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"Basta parlare di ius soli e tasse". La fronda dem silura Letta

Malumori nel gruppo del Senato per la linea del segretario dem: "Restiamo inchiodati al 18% se continuiamo a parlare del voto ai 16enni e Mattarellum"

La fronda del Pd silura Letta: "Basta parlare di Ius soli e tasse ai ricchi"

Anche nel Partito democratico non si placano le tensioni interne. Il centrosinistra appare sempre più spaccato e in crisi: sia il Movimento 5 Stelle sia il Pd non riescono a trovare pace nei propri gruppi e continuano a fare fatica a rimanere a galla in un mare in perenne tempesta. Il momento di difficoltà riguarda appunto anche i dem, che devono fare i conti con alcune anime ribelli e aspramente critiche nei confronti della linea adottata da Enrico Letta. Le uscite del segretario non sono piaciute affatto a tutti gli esponenti del Partito democratico, tanto che nel corso dell'assemblea del gruppo al Senato questa mattina è andata in scena una piccola fronda.

Letta nel mirino del Pd

Il numero uno del Nazareno è così finito nel mirino dei suoi compagni di partito, che gli rimproverano un'agenda di priorità assolutamente scollegata da quelle che sono le reali necessità per risollevare il Paese dopo i drastici effetti provocati dalla pandemia. "Sbaglia. Con battaglie identitarie, come lo Ius soli e la tassa di successione, il Pd resta inchiodato tra il 18 e il 20%", è in sostanza il monito lanciato a Letta. La riunione è stata convocata per analizzare i risultati di una ricerca Youtrend sul posizionamento del Pd e si è così trasformata in un'occasione per commentare la strategia dell'ex presidente del Consiglio.

Come riportato dall'Adnkronos, anche Andrea Marcucci ha approfittato per togliersi qualche sassolino dalla scarpa. L'ex capogruppo sostiene che i dem non avranno vita lunga se si continuerà a puntare l'attenzione sempre e solo su bandiere identitare come tassa di successione, voto ai 16enni, Ius soli e Mattarellum: "Basta. Vanno portate avanti battaglie riformiste, per rilanciare l'Italia, adesso. Draghi è il nostro presidente del Consiglio, non distinguiamoci per farci dire sempre no".

"È un errore esiziale"

Secondo il senatore Gianni Pittella quello di Letta è un "errore esiziale" che impedirà di allargare il consenso del Partito democratico: "Ho la netta percezione che Letta stia lavorando per confermare e consolidare il nostro elettorato storico progressista attraverso battaglie identitarie e non abbia ancora mostrato capacità espansiva verso chi non ci vota". Il timore è che possa finire per scoraggiare anche l'elettorato moderato. Secondo Pittella occorre assolutamente "unire i riformismi e darsi un orizzonte maggioritario e di governo, non identitario di opposizione".

Si vuole inolte fare chiarezza sul reale obiettivo del Pd: scegliere la strada del matrimonio con Giuseppe Conte o arrivare a una maggioranza Ursula? "Pensiamo il nostro destino sia un matrimonio a sinistra con i 5 Stelle e Leu oppure riteniamo questa convergenza non esaustiva e pensiamo vada costruito un fronte di forze moderate sul modello di quello che ha dato vita alla maggioranza parlamentare europea a sostegno della Presidente von der Leyen?", è la domanda che ci si pone.

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