Cronaca locale

Frontale in A14: 3 morti Il campione e i suoi figli

L'auto del tennista paralimpico Silvestrone contro un Tir. La Regione attacca Autostrade

Frontale in A14: 3 morti Il campione e i suoi figli

Era uno di quelli che non si era fatto abbattere dalla cattiva sorte e aveva saputo trasformare la disabilità in un punto di forza. «Se puoi sognarlo, puoi farlo», era diventato il suo motto da quando a 33 anni gli avevano diagnosticato la sclerosi multipla. Tanto che dopo la malattia era diventato un campione paralimpico di tennis collezionando importanti risultati internazionali e raggiungendo nel 2017 il 36° posto nel ranking mondiale.

Fino a ieri, quando la sfortuna ha presentato il conto definitivo ad Andrea Silvestrone, 49 anni, rimasto vittima insieme a due dei suoi tre figli di un incidente stradale avvenuto nella galleria Castello dell'A14, nei pressi di Grottammare, in provincia di Ascoli Piceno. Una terribile tragedia che ha scosso profondamente la comunità di Montesilvano, dove l'atleta viveva con la famiglia ed era molto noto per le sue imprese sportive e per il suo attivismo a favore delle persone portatrici di handicap. L'incidente è avvenuto in un punto della galleria dove si viaggia su un'unica carreggiata per un cantiere stradale. Silvestrone ha perso il controllo della sua auto, presa a noleggio in Abruzzo, dopo aver toccato con le ruote un canale di scolo. Nel tentativo di controsterzare ha invaso la corsia di marcia opposta scontrandosi frontalmente con un camion, il cui conducente è rimasto illeso. Per il tennista paralimpico e due dei suoi figli, una ragazzina di 13 anni e uno di 8 anni, non c'è stato invece nulla da fare. Ferito gravemente l'altro figlio, di 12 anni, intubato e con trauma cranico e toracico, le cui condizioni starebbero lentamente migliorando. Il presidente della Regione Marche, Francesco Acquaroli, ha sentito quello delle Marche Marco Marsilio per affrontare la situazione divenuta «insostenibile» dei cantieri con Autostrade per l'Italia.

Silvestrone era un campione anche nella vita. Era un avvocato e amava suonare il pianoforte. Prima che gli venisse diagnosticata la sclerosi era istruttore di tennis, per questo aveva deciso di continuare a giocare arrivando a far parte della Nazionale paralimpica. Era affetto anche da un'altra malattia, subentrata in un secondo momento. Ma neppure questo lo aveva abbattuto. La sua voglia di continuare a vivere e il suo coraggio erano stati di esempio per tanti. Raccontava di non essersi mai chiesto perché fosse successo proprio a lui. «Meglio a me, che già sono sulla sedia a rotelle, che a un'altra persona normodotata», diceva. «Vulcanico, imprevedibile e in guerra contro la sclerosi multipla», si definiva sui social. Nel 2022 era stato insignito della laurea ad honorem. Spesso incontrava gli studenti per parlargli del suo percorso di vita, del suo modo di affrontare le avversità: «Ringrazio la vita che mi ha dato tanto, molto di più di quello che mi ha tolto», diceva loro. «Devastato» il sindaco di Montesilvano, Ottavio De Martinis: «Una notizia tremenda. Un gran dolore per la perdita di un amico e dei suoi figli. Sei stato un esempio per tutti noi», ha commentato. «Un colpo durissimo non solo per il mondo dello sport, ma anche per quello dell'associazionismo che opera nel campo della prevenzione e della tutela della salute.

Andrea, socio onorario della Lilt di Pescara, era un uomo che aveva saputo trasformare una disabilità in un punto di forza, in un trampolino da cui ripartire con maggiore vigore, con un entusiasmo incredibile, con una gioia di vivere straordinaria», il commento di Marco Lombardo, presidente della Lega Italiana Lotta contro i Tumori, sezione di Pescara, e membro del Consiglio Direttivo della Lilt nazionale.

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