Il fronte garantista esulta: "Un boomerang per i giudici"

Azione e Più Europa: "Loro temono il cambiamento". Sisto (Fi): "Uno sciopero ingiustificabile nel merito"

Il fronte garantista esulta: "Un boomerang per i giudici"

Sbagliato, pretestuoso, intempestivo». Ma soprattutto lo sciopero dei magistrati è «senza argomenti», per Enrico Costa (nel tondo). Il vicesegretario di Azione dice che la clamorosa contestazione della riforma Cartabia «rischia di trasformarsi in un boomerang» per le toghe.

Meglio, per l'Anm, visto che l'adesione sembra così bassa da apparire un flop. «Si vuole lo sciopero per compattare i magistrati contro un nemico comune: il legislatore. Ma così dimostra che la magistratura non si fida di sé stessa, ha paura del cambiamento».

Non è solo Costa a dirlo, perché alla conferenza stampa a Montecitorio si schiera il fronte garantista di Azione e Più Europa, favorevole all'accordo raggiunto alla Camera ora all'esame del Senato e pronto alla mobilitazione per i referendum del 12 giugno, con gazebi in tutt' Italia. «Siamo pochi in Parlamento- dicono-, ma abbiamo ottenuto molte vittorie». In particolare, quella sull'emendamento Costa per il fascicolo per la valutazione professionale del magistrato, basato su successi e insuccessi in inchieste, processi, carcerazioni, che è una delle novità più indigeste per le toghe.

Per il presidente di Più Europa Riccardo Magi lo sciopero è «un atto corporativo e irresponsabile, in cui i cittadini non si riconoscono». Perché la riforma Cartabia vuol fare « passi avanti e con i referendum se ne faranno altri. «Non ci nascondiamo la difficoltà di raggiungere il quorum. Pesa la scarsa informazione, in particolare della Rai che, con dolo, relega in orari di basso ascolto i confronti sui quesiti. Poi ci sono le responsabilità dei radicali, che hanno "appaltato" tutto alla Lega, e il sostegno altalenante di questa, forse nel timore di vedersi attribuire un possibile insuccesso. Poi, la Consulta ha cancellato 3 quesiti di richiamo per la popolazione». La riforma, sottolinea il vicesegretario di Azione Andrea Mazziotti, «non è contro i magistrati, ma per i cittadini, ma si vuole imporre lo schema del "noi contro di loro", con il governo e la politica cattivi».

Per il governo parla il sottosegretario alla Giustizia di Fi Francesco Paolo Sisto: «Lo sciopero è una mobilitazione legittima dal punto di vista sindacale, ma del tutto ingiustificabile dal punto di vista del merito. Sono state raccolte istanze importanti dell'Anm. Ed escludo che la riforma sia incostituzionale».

Per Azione, il testo limita l'influenza delle correnti, responsabilizza i magistrati, riduce i fuori ruolo, blocca le porte girevoli, non limita l'indipendenza della magistratura perché su carriere e sanzioni disciplinari decide il Csm. Sono 10 le ragioni per cambiare la giustizia. 1: Le valutazioni di professionalità delle toghe sono positive al 99,2% e tutte le scelte le fanno le correnti. 2: i processi di piazza si fermano con la legge sulla presunzione di innocenza e l'illecito disciplinare connesso. 3:1000 ingiuste detenzioni l'anno costano 900 milioni per indennizzi. 4: Per responsabilità disciplinare l'1,4% di condanne, archiviato il 90% delle denunce, ma ora ci sarebbero sanzioni per pm e giudici responsabili di ingiuste detenzioni. 5: tra il 2015 e il 2021 pagati 644 milioni per irragionevole durata dei processi. 6: 8 condanne di magistrati per responsabilità civile in 12 anni, l'1,2% delle cause. 7: 200 magistrati fuori ruolo ma la riforma li riduce.

8: 4.613.477 processi pendenti, assoluzioni al 50% in primo grado. 9: Il 40% delle prescrizioni nelle indagini preliminari, non per colpa della difesa. 10: 130mila intercettazioni l'anno. Nel 2019 spesi 191 milioni di euro.

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