Parte da Napoli, con Gaia Tortora, il tour del Comitato "Sì Separa" per il referendum sulla separazione delle carriere. E la città non è stata scelta a caso, è quella del frontman del No, il capo della procura Nicola Gratteri. Una sorta di sfida.
Il primo appuntamento della campagna referendaria sarà dunque venerdì alla Società Napoletana di Storia Patria e il Comitato della Fondazione Einaudi, di cui è presidente Giuseppe Benedetto, schiera tutti i suoi volti migliori per convincere i cittadini ad approvare la riforma costituzionale. Ci saranno il presidente del Comitato Gian Domenico Caiazza, l'ex pm di Mani pulite Antonio Di Pietro e il segretario generale della Fondazione Andrea Cangini. Ma per la prima volta anche la figlia di Enzo Tortora, diventato simbolo di questa battaglia per la giustizia, la giornalista di La7 Gaia, che modererà il dibattito.
L'annuncio arriva mentre Gratteri appare nei telegiornali alla conferenza stampa per i 21 arresti di presunti responsabili di truffe ad anziani. Per il capo dei pm napoletani un'occasione d'oro per parlare anche del referendum e dei motivi del No, elargire consigli e fare previsioni, pur precisando che: è un "battitore libero" e non partecipa a Comitati e incontri dell'Anm . "Il No è sotto di soli 6 punti - dice - eravamo a 25, quindi c'è stato un bel recupero e ancora c'è tempo. Chi vuole il Si punta a indire una data il prima possibile, perché più passa il tempo più il vantaggio si restringe. Parlano di marzo ma si può arrivare ad aprile e bisogna parlare un linguaggio comprensibile, con meno tecnicismi, rivolgendosi alla gente comune". Gratteri spiega che più dei convegni con i professori, serve sfruttare tutte le occasioni di vita pubbliche, dalla partita di calcetto alla conferenza stampa, appunto. "E questo per spiegare che avere tra 2-3 anni un pm che dipende dal ministro della Giustizia favorisce solo i potenti", sottolinea.
La dichiarazione non sfugge al vicepresidente della Camera, l'azzurro Giorgio Mulè, responsabile della campagna referendaria di Forza Italia. "Siamo all'invasione di campo - si indigna con Il Giornale-, non basta che l'Anm occupi le aule dei tribunali e la sala della Cassazione per il suo comitato contro la riforma, ora anche le conferenze stampa dei procuratori come Gratteri, dedicate a tutt'altro, vengono usate per fare propaganda per il No. È un abuso della posizione giudiziaria che diventa politica, agitando poi un fantasma inesistente, quello della sottomissione del pm al governo che con la separazione delle carriere non si realizza affatto. Ecco, Gratteri moschettiere del No rappresenta l'ultima prova che la riforma è necessaria".
Mulè poi ne cita un'altra, raccontata in un retroscena de Il Foglio, secondo cui il capo dei 30 gip di Milano avrebbe riunito i suoi per dire di assecondare la posizione della procura sulla maxi inchiesta sull' urbanistica, criticando il fatto che ci possano essere "diversi orientamenti".