Fumata bianca dalle Ferrovie dello Stato a meno di una settimana dall'azzeramento del board. L'assemblea degli azionisti ha trovato una soluzione interna per il nuovo cda a meno di 24 ore dalla scadenza imposta da Roma: alla poltrona di ad è stato nominato Gianfranco Battisti, ad di Fs Sistemi Urbani, mentre la presidenza è stata affidata a Gianluigi Vittorio Castelli, direttore centrale Innovazione Centrale Innovazione e Sistemi Informativi e ad della piattaforma digitale per la mobilità integrata Nugo. Si tratta di manager con grande esperienza all'interno delle società interamente controllata dal Tesoro, ma i cui nomi finora non erano trapelati tra i possibili candidati al vertice. Si parlava infatti di Giuseppe Bonomi (Arexpo) in quota Lega, Maurizio Gentile (numero uno di Rfi), gradito al Movimento 5 Stelle e Orazio Iacono (a capo di Trenitalia), sponsorizzato da Mauro Moretti ed ex ad di Fs e oggi al vertice dell'omonima Fondazione.
A dare l'annuncio del rinnovo, ancora una volta via Facebook, è stato Danilo Toninelli. Il ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti alle 11.53, un'ora prima del comunicato ufficiale, ha dato la notizia sul social. «Alla faccia di chi ci accusava di voler occupare delle poltrone, ai primi due gradini abbiamo messo due eccellenti manager interni all'azienda che, a differenza di qualche loro predecessore, conoscono benissimo la struttura e sanno come far marciare i treni» ha scritto Toninelli. Il nuovo cda, in carica fino al 2020, è composto da Gianluigi Vittorio Castelli, Gianfranco Battisti, Flavio Nogara, Andrea Mentasti, Cristina Pronello, Francesca Moraci, Wanda Ternau.
«Vedete come certe accuse sono fuori dal mondo? Lo dimostriamo con i fatti. Esperienza, efficienza ed etica» ha proseguito il ministro che ha poi dato istruzioni ben precise per l'agenda di Fs. «Al nuovo cda toccherà far viaggiare al meglio Le Frecce, ma soprattutto potenziare il trasporto su ferro regionale, in primis per dare sicurezza e comfort ai pendolari che ogni mattina scelgono il treno per muoversi» è lapidaria indicazione di Toninelli. Non è un caso che non si accenni più alla quotazione dell'Alta Velocità, operazione che, fino a pochi mesi fa, era data in arrivo entro l'inizio del 2019. Sotto la lente poi l'integrazione di Fs con Anas firmata a dicembre e, più volte, definita «sconsiderata» dal ministro Toninelli. Non è infatti esclusa una retromarcia in merito.
Il precedente cda presieduto da Gioia Ghezzi e guidato da Renato Mazzoncini si congeda infine con un comunicato in cui ricorda i successi ottenuti nel corso del mandato (dicembre 2015-luglio 2018). «Un triennio che ha visto i migliori risultati di bilancio mai registrati nella storia delle Fs» si legge nella nota che poi sottolinea «la massima attenzione data alla cura dei clienti; pendolari, delle Frecce, degli autobus».
Tra le prime patate bollenti che il nuovo esecutivo di Fs si troverà ad affrontare, c'è il capitolo dei pendolari in Lombardia. Oggi pomeriggio si riunisce di Fnm, la controllata della Regione Lombardia a cui fa capo il 50% di Trenord (l'altro 50% è di Trenitalia, gruppo Fs), per la valutazione dei curriculum dei candidati ad. Ma per Trenord il tema è la separazione consensuale da Fs dopo un piano annunciato Attilio Fontana, presidente della regione Lombardia, in seguito ad alcuni incontri con il precedente board di Fs.
«Se mi faranno una proposta che mi consenta di avere una garanzia per il futuro la valuterò con attenzione», ha avvertito Fontana. Per Stefano Buffagni, sottosegretario agli Affari Regionali, la separazione di Trenord sarebbe «una scelta scellerata».
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