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"Fu un gigante della Storia da apprendista stregone. Le riforme? Un'illusione"

Il docente Aldo Ferrari e direttore del Programma Russia dell'Ispi ha le idee chiare sul lascito di Gorbaciov. "Ha avviato meccanismi che non ha controllato"

"Fu un gigante della Storia da apprendista stregone. Le riforme? Un'illusione"

Gorbaciov armato di buoni propositi, ma apprendista stregone di fronte alla missione impossibile di riformare il sistema comunista sovietico. E gli strascichi del crollo dell’Urss li paghiamo ancora oggi con la guerra in Ucraina. Aldo Ferrari ha le idee chiare sul lascito dell’ultimo leader sovietico. Docente all’università Ca’ Foscari di Venezia è anche direttore delle ricerche dell’Istituto di studi di politica internazionale per la Russia, Caucaso e Asia centrale. Al Giornale spiega il ruolo di Gorbaciov, che bene o male, resterà nella storia.

Mikhail Gorbaciov era un grand’uomo o un personaggio fra luci e ombre?
“Anche i grandi uomini hanno luci e ombre. Non era una personalità forte della storia russa come Pietro il Grande o Ivan IV, che noi chiamiamo il Terribile oppure Stalin e Lenin. Era un classico funzionario sovietico, ma il suo ruolo storico è stato immenso, positivamente o negativamente a seconda dei punti di vista. Non penso che esistono altri casi di un personaggio che in soli sei anni sia riuscito ad imprimere alla storia del proprio paese ed universale dei cambiamenti epocali come quelli provocati da Gorbaciov”.

C’è qualcosa che non sappiamo o che si conosce poco dell’ascesa e caduta di Gorbaciov?
“Non ci sono lati oscuri o segreti da rivelare. Gorbaciov non era un outsider e aveva percorso la sua carriera disciplinatamente, seppure brillantemente, all’interno del Partito comunista dell’Unione sovietica. In Occidente forse ce lo dimentichiamo ma non voleva distruggere l’Urss e il sistema comunista, bensì riformarlo rendendolo più efficiente ed umano”.

Ha sicuramente fallito…
“Le sue azioni hanno avuto un peso importantissimo. Le riforme bene intenzionate e corrette sono fallite cozzando contro la realtà sclerotizzata del sistema sovietico. Però mi sembra ingiusto addebitare il fallimento al tentativo stesso intrapreso da Gorbaciov. Le riforme erano valide e necessarie dall’economia alla glasnost da tradurre più che con il termine “trasparenza” come libertà di parola e di coscienza. Purtroppo, però, hanno distrutto un paese o meglio ucciso il malato anziché curarlo”.

E’ stato il migliore “alleato” dell’Occidente?
“Per come è andata a finire, sì, ma sicuramente non era questa la sua volontà. Nei fatti, però, è implosa una grande potenza crollata dall’interno senza una guerra o un’invasione. La responsabilità o il merito è da attribuire a Gorbaciov”.

Voleva veramente la caduta del muro di Berlino?
“E’ un po’ giornalistico e riduttivo, ma l’immagine dell’apprendista stregone è abbastanza calzante per Gorbaciov. Ha messo in moto dei meccanismi che non è stato in grado di controllare”.

Ha chiuso la guerra fredda…
“Voleva porre fine alla guerra fredda, ma su un piano di parità fra Urss e Stati Uniti. Di fronte alle difficoltà della perestroika gli Usa e l’Occidente hanno ritenuto di avere vinto la partita e trattato prima l’Urss e poi la Russia come dei nemici sconfitti ai quali non era necessario dare retta. Un atteggiamento che purtroppo è ancora attuale e alla base dei disastri successivi in cui siamo impelagati oggi”.

Il fallito golpe, il crollo dell’Urss del 1991. Cosa ha sbagliato?
“Ha sbagliato molte cose, ma credo che avesse intrapreso un’operazione politica umanamente impossibile. L’Urss era un’unione di 15 repubbliche con storie e tradizioni spesso confliggente con il potere centrale moscovita. Gorbaciov non era uno scolaretto impreparato, ma l’errore è stato fatto in partenza: volere riformare un sistema irriformabile”.

E’ vero che molti russi lo considerano un traditore?
“E’ molto difficile trovare in Russia qualcuno che abbia stima e simpatia per Gorbaciov se non che una ristretta élite di intellettuali orientati verso l’Occidente. La stragrande maggioranza della popolazione lo considera un incapace, un traditore o tutte e due le cose insieme. Percepisce quest’uomo come il responsabile principale del crollo dell’Urss che non a caso l’attuale presidente russo Putin ha definito “la più grande tragedia geopolitica del XX secolo”.

Putin ai tempi di Gorbaciov era un ufficiale del Kgb in Germania Est. Oggi il Cremlino parla di personaggio storico, ma cosa pensa veramente di lui il nuovo Zar?
“Credo che pensi tutto il male possibile. Agli occhi di Putin Gorbaciov porta una responsabilità primaria nel dissolvimento sovietico. Il comunicato di cordoglio neutro e freddo, anche nella scelta della parole, dimostra che secondo Putin le scelte di Gorbaciov sono state completamente sbagliate perchè hanno smantellato la grande potenza sovietica precipitando tutto lo spazio dell’ex Urss in un caos dal quale fatica a riprendersi”.

Putin è una reazione al crollo dell’Urss?
“Si può considerare una reazione non solo a Gorbaciov, ma pure a Eltsin (al potere subito dopo nda). Putin ha voluto portare avanti una politica che sanasse i disastri precedenti. Nella sua ottica statalista sono entrambi responsabili del decadimento della potenza russa”.

Guerra in Jugoslavia, alle porte di casa, bombe sui serbi, interventi in Iraq e Libia. Si stava meglio quando si stava peggio?
“Il mondo bipolare era più stabile, ma con duri regimi repressivi in Europa orientale e la penetrazione comunista sovietica in mezzo mondo dall’Afghanistan all’Angola. Gli Usa reagivano finanziando regimi dittatoriali ovunque per contrastare l’avanzata dell’Urss. Non è un mondo da rimpiangere”.

Gorbaciov ha criticato l’invasione dell’Ucraina, ma non è alla lunga figlia del crollo dell’Urss?
“Indirettamente, ma sicuramente. Il conflitto in Ucraina è iniziato nel 2014, molto dopo la fine dell’Urss, però non era inevitabile. E’ stato gestito male soprattutto per il rafforzamento delle posizioni nazionaliste in Ucraina, il neo imperialismo a Mosca e anche per lo sconsiderato interventismo occidentale.

Si é arrivati alla guerra a causa di scelte scellerate, che si potevano evitare”.

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