È fuga dal Btp Italia: neppure i grandi fondi si fidano

Dopo il flop tra i piccoli risparmiatori, dagli investitori istituzionali raccolti solo 1,3 miliardi: seconda asta peggiore di sempre

È fuga dal Btp Italia: neppure i grandi fondi si fidano

Non solo il flop all'asta dei piccoli investitori italiani. Ora il governo deve fare i conti anche con la sfiducia degli investitori istituzionali. Lo spread continua la sua corsa attorno ai 300 punti base e il differenziale con i Bund tedeschi "non aiuta" (Conte dixit) un Belpaese alle prove con la bocciatura della manovra da parte dell'Ue.

Il fronte della sfiducia si allarga dunque a assicurazioni, banche di investimento, fondi, società di gestione. Chi insomma movimenta grosse somme di denaro e normalmente finanzia una buona fetta del nostro debito. L'asta dei Btp dedicata agli investitori istituzionali infatti non è andata oltre 1,3 miliardi di euro (tasso cedolare reale annuo definitivo pari a 1,45%,). Non molti. Il numero delle proposte di adesione pervenute ed eseguite è stato pari a 55, per un controvalore emesso pari a 1.300,787 milioni di euro. Ben lontani dai 7-9 miliardi ipotizzati in partenza.

Roma e Bruxelles sono vicine allo scontro. Salvini sembra tentato ad andare avanti senza, Conte e Tria vorrebbero trattare. Magari anche cambiare la manovra. Di Maio, invece, sta nel mezzo: possibilista sul "dialogo", chiede all'Ue di non costringere l'Italia a una "macelleria sociale". È chiaro che l'andamento delle aste sul mercato inevitabilmente inciderà sulle scelte future del governo.

Se l'asta andata quasi a vuoto due giorni fa presso i cassettisti era solo un campanello d'allarme, quella di oggi è invece una vera e propria stangata. Perché se anche gli investitori istituzionali, dunque quelli più solidi, si dimostrano freddi verso il nostro debito è chiaro che non si fidano delle mosse del governo. Basti pensare che a maggio il governo riuscì a raccogliere ben 7,7 miliardi di euro di Btp. L'emissione conclusasi oggi è la seconda peggiore di sempre. Peggio come importo emesso ha fatto solo la seconda emissione, nel giugno 2012, quando furono raccolti solo 1,738 miliardi totali. La domanda retail per 863 milioni è invece al record negativo di sempre. Senza contare che un mese fa la Banca d'Italia aveva avvertito l'esecutivo che gli investitori esteri stavano abbandonando i titoli italiani (acquisti ridotti di 66 miliardi).

L'unico a rimanere fiducioso sembra essere il premier Conte. "Uno spread elevato non ci aiuta - sottolinea - Però dobbiamo lavorare tutti affinché si possa tutti dare un piccolo contributo a rasserenare questo Paese".

Il premier si dice "confidente" che "potendo spiegare la manovra a Bruxelles e a un pubblico più ampio lo spread potrà calare" con "gli investitori che sicuramente saranno invogliati ad aver maggior fiducia in quello che stiamo facendo". Succederà davvero?

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