Cronache

"La fune lacerata in vetta e il forchettone blocca-freno". I due errori dietro il disastro

Una fune, un freno, l'errore umano. Sta in questo teorema a tre incognite la soluzione che gli inquirenti cercano, non per lenire lo strazio di Motterone, ma almeno per delimitare l'origine del male

"La fune lacerata in vetta e il forchettone blocca-freno". I due errori dietro il disastro

Ascolta ora: ""La fune lacerata in vetta e il forchettone blocca-freno". I due errori dietro il disastro"

"La fune lacerata in vetta e il forchettone blocca-freno". I due errori dietro il disastro

00:00 / 00:00
100 %

Una fune, un freno, l'errore umano. Sta in questo teorema a tre incognite la soluzione che gli inquirenti cercano, non per lenire lo strazio di Motterone, ma almeno per delimitare l'origine del male. Mentre si susseguono le indagini e i primi interrogatori, sembra ormai confermata la serie di concause che ha fatto precipitare la funivia, a pochi metri dall'arrivo a monte, quando già il manovratore stava predisponendo lo sbarco dei passeggeri. Lo confermano le immagini, terribili, di alcune telecamere, dove l'uomo sobbalza e un colpo di frusta segna l'inizio della fine. È allora, e solo allora, che la fune traente si smolla e si sgancia. Secondo gli esperti è quella la prima causa del crollo. Un evento rarissimo, «quasi impossibile perché queste funi d'acciaio resistono anche se lesionate fino a metà del loro diametro: sono testate, tanto per fare un esempio, anche contro i fulmini» spiega un impiantista alpino di lungo corso che, come tutti in queste ore, prova a tracciare delle ipotesi.

Eppure domenica qualcosa è successo: «La fune non si è rotta. E il problema non è stato dove si salda alla cabina -, prosegue l'esperto - ma si è semmai come lacerata nella stazione di monte». È qui, dove «il nastro si riavvolge» trainando la funivia, che deve essere insorto «un problema di tipo meccanico» che ha creato il malfunzionamento che ha finito con indebolire il cavo, fino a farlo saltare. Corpo estraneo, intoppo, anomalia che, con un primo fatale errore umano, potrebbe non essere stata notato in tempo.

A quel punto, però, nemmeno il freno si è attivato a mordere le funi - stavolta le portanti - per evitare alla cabina di rinculare e sfracellarsi. Alcune immagini, circolate dopo i primi rilievi, mostrerebbero anche «la pistola fumante» di questo secondo problema che ha riguardato, però, solo la cabina in salita e non quella in discesa che si è regolarmente arrestata a pochi metri dall'arrivo. È una ganascia rossa, che ha impedito proprio quello che sarebbe stato fondamentale domenica. E cioè che il freno mordesse le corde, ancorando la cabina alle funi e alla vita. «Non bisogna mai ricorrere a questa procedura - prosegue l'impiantista a impianto aperto al pubblico». Se questa ipotesi fosse confermata, sarebbe un secondo, tremendo errore umano. Togliere questa ganascia poteva davvero fare la differenza domenica?

È il tragico interrogativo che tutti si pongono in queste ore. Con una precisazione che arriva sempre dagli impiantisti: «Questo sistema frenante non esiste in nessun altro Paese europeo, non in Francia, non in Svizzera, che hanno ben più impianti di risalita di noi, proprio perché li non si contempla nemmeno che la fune traente possa rompersi e che quindi sia necessario frenare e bloccare sui cavi portanti l'impianto». Insomma l'Italia è da sempre all'avanguardia e spesso impianti stranieri «montano» componenti italiane, non fosse altro perché uno dei colossi mondiali delle componenti funiviarie è made in Vipiteno. Gli inquirenti dovranno allora provare anche a ricostruire il giorno della vigilia della tragedia, uno dei primi in cui l'impianto aveva ripreso a funzionare a pieno ritmo. Un warm up che può aver lasciato aperta qualche falla nelle procedure?

Le indagini proveranno a coinvolgere anche i passeggeri che hanno viaggiato sabato: fra loro alcuni ricordano che l'impianto avesse funzionato a singhiozzo. Non uno stop and go, che spesso accade, senza che sia sinonimo di problemi sulla linea. Le attenzioni si concentreranno sul finale di giornata, quando diverse persone ricordano un'interruzione di quasi un'ora prima dell'ultimo viaggio, posticipato ormai quasi alle 18, motivato con lavori in corso nella stazione di monte da cui alcuni ricordano anche provenire grandi rumori.

Un dettaglio, un caso, una coincidenza? Quando la vita è appesa ad un filo, tutto conta.

Commenti