Dire "no" agli antisemiti onora l’Italia

Un Paese che manifesta contro l'antisemitismo è un Paese civile: non è più possibile che l'Italia accetti in silenzio, giorno dopo giorno

Dire "no" agli antisemiti onora l’Italia
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E adesso di più. Ancora. Dopo l'ottima manifestazione di "Sette Ottobre", chiunque abbia a cuore una risposta alla devastazione subita dalla civiltà, dalla cultura, dalla natura stessa dell'Italia e dell'Europa da quando le grinfie dell'antisemitismo le hanno afferrate, prenda un cartello, esponga un avviso, cammini davanti al Comune, sulla faccia di un politico o di un intellettuale che abbia firmato per mettere al bando gli ebrei; gli esprima pacificamente il suo dissenso. Un Paese che manifesta contro l'antisemitismo è un Paese civile: non è più possibile che l'Italia accetti in silenzio, giorno dopo giorno, istituzione per istituzione, università e scuola, bottega per bottega, ospedale per ospedale, giornale per giornale e partito per partito, che Israele venga criminalizzato e gli ebrei perseguitati. La ribellione partita dalla piazza di Roma, deve diventare coraggio personale. Chi vede antisemitismo, lo denunci, lo gridi: così facendo sarà un vero patriota, darà al suo Paese onore politico e morale. Rispondere no all'antisemitismo è una forma potente di rifiuto del declino intellettuale, della cretineria di massa e dell'opportunismo politico che ha infettato la cultura italiana specie a sinistra; l'antisemitismo che lega gli ebrei ai pretesi crimini d'Israele testimonia una incredibile vulnerabilità alla disinformazione. Qualsiasi invenzione che serva a demonizzare Israele ("I soldati sparano alla testa e ai testicoli dei bambini" ha detto la solita Albanese, e tutti zitti) è stata rielaborata in blood libel e teorie razzial-religiose. La storia è stata reinventata, Israele è una colonia, il popolo palestinese il legittimo proprietario. L'inverso della realtà, come l'uso dell'aggettivo nazista. Si appiccica l'etichetta di genocida appunto all'unico Stato democratico sulla scena, non a caso, mentre i regimi islamisti seguitano a sposare le bambine di 10 anni e a ammazzare gli omosessuali, mentre macellano i propri antagonisti. Se si combatterà l'antisemitismo, non si salveranno solo gli ebrei. La Shoah si basò su testi come I Protocolli dei Savi di Sion e Mein Kampf: gli ebrei erano la malattia del mondo, dovevano essere obliterati. Oggi, i giornali e i talk show che sparano numeri e informazioni false suggeriscono simili conclusioni.

Se raccontiamo un popolo che lotta per difendersi mentre cerca la pace, comunicheremo che alla fine quella guerra la vince perché è quella della nostra civiltà. Di fatto con Israele in campo, l'antisemitismo ha perso una volta per sempre. Anche questo va scritto sui cartelli. Avete perso.

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