Roma È notizia ufficiale da poco più di sei mesi. Da quando è stato presentato l'ultimo piano industriale di Ferrovie italiane. Il consiglio dei ministri ha dato il primo via libera al progetto industriale per un polo integrato strade e ferrovie, con Anas che diventa una società del gruppo Fs.
La conferma è arrivata dal ministro dei Trasporti Graziano Delrio. La fusione è stata inserita nel decreto che contiene la manovra correttiva varata mercoledì dal consiglio dei ministri. Ma i dettagli sono stati definiti al consiglio che si è tenuto ieri.
L'ingresso di Anas nel gruppo Fs avverrà con un aumento di capitale. Una scelte non casuale. A bloccare l'operazione erano state anche le obiezioni della Ragioneria generale dello Stato sul rischio di una perdita per il patrimonio dello Stato. Con l'aumento di capitale si potrà sommare il valore di Fs, 38 miliardi, con quello di Anas, che è di circa due miliardi. Altro vantaggio per la contabilità pubblica, il fatto che gli investimenti sulle infrastrutture non peseranno sul debito pubblico. .
Le misure approvate dal governo dovrebbero risolvere in via bonaria una parte del contenzioso Anas, che era un altro ostacolo alla inclusione nel gruppo delle Ferrovie. Rispetto alle anticipazioni delle settimane passate, il provvedimento del governo mantiene più autonomia alla società che gestisce le strade. Sarà una controllata di Fs e non si fonderà con il gruppo.
Il consiglio dei ministri ha anche approvato in via definitiva il Codice degli appalti. Tra le novità, la soglia limite del 30% sul totale dell'importo contrattuale per l'affidamento in subappalto e il costo della manodopera, che dovrà essere individuato ai fini delle determinazione delle base d'asta.
Tra gli altri meccanismi di garanzia, l'obbligo per le stazioni appaltanti a nominare il presidente di commissione tra esperti segnalati dall'Autorità Anticorruzione e l'utilizzo di una metodologia standard per determinare i compensi dei professionisti.
Per rendere
più veloci i lavori è previsto l'appalto integrato che riguarda le opere più complesse e di valore superiore ai 150 milioni di euro. Per il presidente dell'Anci e sindaco di Bari, Antonio Decaro è una novità «essenziale».
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