Galantino insulta i politici: «Harem di cooptati e di furbi»

Il segretario della Cei torna all'attacco dopo lo scontro con il leader della Lega Santanchè: «Offese gratuite, da che pulpito»

S osteneva il saggio Nanni Moretti che alle feste si viene notati di più quando non si va. In mancanza di argomenti andrebbe fatta brillare, piuttosto, l'assenza. Così ha fatto Monsignor Nunzio Galantino. Il segretario della Cei, sfiancato da giorni di polemiche con Matteo Salvini, ha prefito defilarsi dall'atteso intervento su Alcide De Gasperi in programma a Pieve Tesino in Trentino. Tra i monti se ne sono già fatti una ragione. Ma prima di fuggire Galantino ha trovato il tempo di attaccare ferocemente i politici di oggi, ammasso di furbetti, dice lui, uomo di ieri.

Già. Pur non andando, Galantino ha messo in piedi una strana altalena di fughe e attacchi difficile da comprendere: ha inviato il testo della Lectio degasperiana al convegno. Monito severo, quello del monsignore. La politica di Alcide De Gasperi «non è purtroppo quella che siamo stati abituati a vedere oggi, vale a dire un puzzle di ambizioni personali all'interno di un piccolo harem di cooptati e di furbi». E continua: «Un popolo non è soltanto un gregge, da guidare e da tosare. Il popolo è il soggetto più nobile della democrazia e va servito con intelligenza e impegno, perché ha bisogno di riconoscersi in una guida - sottolinea il vescovo - i populismi sono un crimine di lesa maestà di pochi capi spregiudicati nei confronti di un popolo che freme e che chiede di essere portato a comprendere meglio la complessità dei passaggi della storia».

Accuse che non sfuggono al populista Salvini, che respinge con sdegno. «Qui non è un problema di Salvini contro i vescovi, è un problema di questo Galantino e pochi altri che sono più a sinistra di Rifondazione comunista». Perché «un conto è avere due o tre vescovi che fanno politica. Tolgano la tonaca e si candidino con Rifondazione. Un altro è la carità cristiana che deve avere dei limiti. Lo dicevano tantissimi vescìovi più seri di questo Galantino, che non so da quale uovo di Pasqua sia uscito». «Da che pulpito viene la predica! - aggiunge l'azzurra Daniela Santanchè -. Quelle di Galantino sono offese gratuite nei confronti di chi si impegna per la cosa pubblica. In quanto a cooptati, harem e furbi, evidentemente Galantino in quanto capo dei vescovi se ne intende...». E sì, la tattica del Maestro Moretti ha sortito l'effetto desiderato.

Ne prende atto il senatore Francesco Giro: «Rinunciando ad andare al convegno commemorativo su De Gasperi, Monsignor Galantino ha ottenuto da un lato altro clamore sulla sua persona e dall'altro un'attenzione oltre ogni previsione sul contenuto della sua lectio magistralis certamente maggiore se si fosse presentato a leggerla...».

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