Il gambiano accusato di un altro stupro

Due violenze in tre giorni: un'altra donna vittima a Roma prima della sessantenne

Il gambiano accusato di un altro stupro
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Il giovane gambiano, accusato da ieri di doppio stupro, nei confronti di una sessantenne a Roma e di una donna di 44 anni, non è stato espulso, molto tempo prima, perché ha ottenuto la "protezione speciale per diritto alla vita privata o familiare". Una stortura legislativa cancellata dal decreto Cutro del governo Meloni. Nel caso del gambiano non stiamo parlando della formazione di una famiglia, ma semplicemente del fatto che viveva già da 7 anni in Italia, un soggiorno considerato prolungato e aveva una continuità di rapporti lavorativi anche se a tempo determinato. Peccato che oltre a fare il manovale fosse pure un drogato di crack e sia indiziato di avere violentato due donne nel giro di tre giorni. La prima nel parco di Tor Tre Teste della capitale. La seconda martedì, nei pressi di via Prenestina, poche ore prima di finire in manette. Dopo la richiesta giunta al 112 dal personale dell'ospedale Gemelli, i carabinieri della stazione di Roma Monte Mario sono intervenuti al pronto soccorso dove una donna di 44 anni ha denunciato di essere stata vittima di una violenza sessuale da parte di un uomo, di colore, intorno alle ore 4 del 26 agosto. L'aggressore si è avvicinato alla vittima, mentre attendeva l'autobus in via Prenestina, con la scusa di chiederle una sigaretta. Poi l'ha trascinata con la forza in un vicolo su un cumulo di rifiuti costringendola a subire ripetuti atti sessuali. Grazie alla descrizione del violentatore e degli indumenti che indossava, i carabinieri hanno ricostruito l'identikit, che corrisponde al gambiano. La donna 44enne lo ha riconosciuto con certezza. Il Giornale è in grado di ricostruire come e perché il presunto doppio stupratore sia rimasto in Italia invece che rimandato a casa sua dove non c'è più alcuna guerra. Il gambiano oggi ha 26 anni, ma è sbarcato in Italia da minore.

L'anno era il 2016 quando abbiamo subito il picco più alto di sbarchi con 181.337 arrivi, compresi 48.796 migranti recuperati in mare dalla flotta nascente delle Ong. L'operazione Sophia dell'Unione europea, con il coinvolgimento della Marina militare, ha fatto il resto sotto il governo di Matteo Renzi.

Il gambiano ha ottenuto un primo rigetto della domanda di asilo nel 2016 dalla Commissione territoriale di Foggia e non gli è stata concessa neppure la protezione sussidiaria. Nel novembre 2021, già maggiorenne, ha presentato una domanda "reiterata" alla Questura di Roma per restare in Italia. La risposta è arrivata nel dicembre di due anni dopo dalla Commissione territoriale che gli ha riconosciuto una "protezione speciale per diritto alla vita privata o familiare". La motivazione, in sintesi, riguarda il prolungato soggiorno in Italia e la continuità di rapporti lavorativi anche se non a contratto indeterminato.

Il gambiano accusato di un secondo stupro, in carcere a Regina Coeli, lavorava come manovale in una ditta edile della provincia di Roma. Residente ad Anzio, ma viveva con un coinquilino nella vicina Nettuno. La domanda, accettata come protezione speciale, era stata presentata prima del decreto Cutro del governo Meloni, che ha eliminato, di fatto, il riferimento al diritto alla vita privata e familiare dall'articolo 19 del Testo unico dell'immigrazione. Per questo motivo il gambiano aveva ottenuto un permesso di soggiorno biennale dalla Questura di Roma.

Non è stato espulso ed era "regolare" in Italia perché la Commissione ha tenuto

conto "della durata del suo soggiorno nel territorio nazionale" e "dell'effettivo inserimento sociale" giustificato dai lavori a tempo determinato, ma in realtà era diventato un drogato e un presunto, doppio, stupratore.

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