Guerra in Ucraina

Gas, Eni apre il doppio conto Putin: suicidio energetico Ue

Compromesso sul saldo delle forniture. L'azienda: "Deciso con il governo". Gli Usa insistono: "Avanti con le sanzioni"

Gas, Eni apre il doppio conto Putin: suicidio energetico Ue

Il liberi tutti, con parziale dietrofront, sul pagamento del gas alla Russia complica lo scenario europeo e crea un nuovo caso sulla politica energetica del Vecchio Continente. Non è, infatti, ancora chiaro il confine tra cosa sia legittimo e non legittimo fare in base alle sanzioni, e addirittura tra Europa e Stati Uniti va in scena un misunderstanding sui tempi dell'azzeramento delle forniture russe. Il segretario al Tesoro Usa Janet Yellen al Brussels Economic Forum, plaude i leader europei che si sono impegnati a «eliminare gradualmente tutte le forniture energetiche russe entro sei mesi» e, a stretto giro, l'Alto rappresentante per la politica estera Ue Josep Borrell parla di «una incomprensione» sui tempi, che non saranno quelli.

La stessa Yellen ha poi avvertito che se Vladimir Putin «continua la sua atroce guerra, l'amministrazione Biden lavorerà» con l'Unione europea e gli altri partner «per spingere ulteriormente la Russia verso l'isolamento economico, finanziario e strategico» e «il Cremlino sarà sempre più costretto a scegliere tra sostenere la propria economia e finanziare la brutale guerra di Putin».

Tornando alla questione del pagamento del gas russo, a 24 ore da quello che era parso come un via libera totale, la Commissione Ue afferma che il famoso «secondo conto» in rubli per pagare le forniture «va al di là di quello che abbiamo detto che è permesso nel quadro degli orientamenti che abbiamo dato agli Stati membri», e quindi aprirebbe a una possibile procedura d'infrazione. Un dietrofront che ha preceduto di poche ore la decisione dell'Eni di avviare comunque (e d'intesa con le istituzioni italiane) la procedura per l'apertura dei due conti separati, così come chiesto da Mosca. Non una mossa isolata, che stanno mettendo in atto con diversi livelli di trasparenza, anche altri big player europei (Rwe per esempio), mentre il leader russo accusa l'Europa di «suicidio energetico»: «Si stanno suicidando», ha detto Putin parlando ai responsabili delle imprese petrolifere russe. Con danni irreparabili nel medio e lungo termine per l'economia europea, soprattutto se a Bruxelles si arriverà all'embargo.

«La procedura per l'apertura dei conti presso Gazprom Bank è stata avviata senza accettazione di modifiche unilaterali dei contratti in essere» e «l'apertura dei conti avviene su base temporanea e senza pregiudizio alcuno dei diritti contrattuali della società, che prevedono il soddisfacimento dell'obbligo di pagare a fronte del versamento in euro. La decisione, condivisa con le istituzioni italiane è stata presa nel rispetto del quadro sanzionatorio internazionale e nel contesto di un confronto in corso con Gazprom Export», precisa Eni la cui prima scadenza di pagamento è attesa intorno al 20 maggio. È infatti «a carico di Gazprom Export ogni eventuale costo o rischio connesso alla diversa modalità esecutiva dei pagamenti», precisa Eni che «ha già chiarito che l'adempimento degli obblighi contrattuali si intende completato con il trasferimento in euro, e rinnoverà il chiarimento con l'apertura dei conti K».

In assenza di uno strumento giuridico europeo che possa consentire di non pagare il gas, Eni sceglie la via contrattualmente più corretta per non incappare in contenziosi. La controparte russa ha già dato alcune rassicurazioni: la fatturazione e il relativo versamento da parte di Eni continueranno a essere eseguiti in euro; le attività operative di conversione in rubli saranno svolte da un apposito clearing agent operativo presso la Borsa di Mosca, quindi attraverso la Camera di compensazione, entro 48 ore dall'accredito e senza coinvolgimento della Banca Centrale Russa, oggetto di sanzioni; nel caso di ritardi o impossibilità tecniche nel completare la conversione nei tempi previsti, non ci saranno impatti sulle forniture.

Resta comunque sull'Europa più che mai quell'area grigia già denunciata dal premier Mario Draghi in visita negli Stati Uniti.

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