Gaza, recuperati i corpi di due ostaggi

Uccisi il 7 ottobre, avevano anche la cittadinanza Usa. Morti altri tre giornalisti

Gaza, recuperati i corpi di due ostaggi
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Oltre 40 morti, fra cui tre giornalisti uccisi nell'attacco all'ospedale al-Ahli di Gaza City. I corpi di due ostaggi israeliani uccisi il 7 ottobre recuperati a Khan Younis. Appena 25mila scatole di cibo distribuite alla popolazione palestinese. E - dulcis in fundo - la notizia choc secondo la quale Israele sta armando un gruppo a metà tra una milizia e una banda criminale di jihadisti, per combattere Hamas. Eccolo il bilancio del giorno 608 di guerra a Gaza. Ed è l'ennesimo resoconto di morte e fame nella Striscia. La Gaza Humanitarian Foundation (Ghf), incaricata della distribuzione di cibo ai civili, ha annunciato la ripresa delle consegne a Rafah, dopo lo stop di un giorno seguito alla strage della fame contro i palestinesi in coda. In tutto 25mila scatole ieri, 8.4 milioni dal 27 maggio, quando sono iniziate le operazioni. Ma sempre troppo poco, troppo lentamente e senza sicurezza per Onu e organizzazioni umanitarie, anche perché se centro è sttao aperto, un altro ha chiuso nell'area del «villaggio svedese», sull'estrema costa meridionale della Striscia. A causa dei rischi, l'Associazione Trasporti Privati, un sindacato di camionisti di Gaza, ha anche annunciato uno sciopero.

I resoconti sulle stragi della fame, intanto, continuano a divergere. Secondo un'inchiesta della Cnn, diversi video geolocalizzati dall'emittente statunitense collocano gli spari nei pressi di una rotonda dove centinaia di palestinesi si erano radunati a circa 800 metri dal sito di aiuti militarizzato di Tel al-Sultan, a Rafah. Esperti di armi hanno anche affermato che la frequenza degli spari registrata nel filmato, così come le immagini dei proiettili recuperati dalle vittime, erano compatibili con le mitragliatrici utilizzate dall'esercito israeliano e installabili sui carri armati. Di contro, l'Idf ha diffuso un audio in cui un palestinese di Gaza riferisce a un ufficiale del Coordinatore delle Attività Governative nei Territori del Ministero della Difesa israeliano, che è stato Hamas ad aprire il fuoco sui palestinesi vicino a un sito di distribuzione di aiuti a Rafah. «Non vogliono che la gente riceva aiuti, vogliono sventare il piano in modo che gli aiuti vadano a loro, che li rubano. Sono completamente in bancarotta», afferma l'uomo.

Fame, bombe e caos a Gaza, dove i giornalisti uccisi hanno superato quota 200 da inizio conflitto dopo l'attacco - secondo il direttore l'ottavo - all'ospedale Al-Ahli, che secondo Al Jazeera ha portato alla morte di altri tre reporter, due del canale Palestine Today. Durante l'offensiva di ieri, nell'area di Khan Younis, l'esercito israeliano ha anche recuperato i corpi di due dei 58 ostaggi ancora a Gaza. Si tratta di Judih Weinstein, 70 anni, e Gad Haggai, 72, marito e moglie con cittadinanza anche statunitense uccisi il 7 ottobre nel kibbutz di Nir Oz, e i cui cadaveri secondo l'Idf erano nelle mani delle Brigate Mujahideen, lo stesso gruppo che ha rapito e ammazzato la mamma e i due figli Bibas. Il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu ribadisce che l'offensiva andrà avanti «finché non riporteremo tutti i nostri rapiti a casa». Ma secondo l'ex capo del Mossad, Tamir Pardo, «la guerra di Gaza è inutile e non sta portando alcun risultato».

Il presidente francese Emmanuel Macron deciderà nei prossimi giorni se adottare una linea più dura contro Israele. Il presidente del Brasile, Luiz Inacio Lula da Silva, lo accusa di «un genocidio premeditato» a Gaza. Intanto la Striscia affonda nel sangue e nella disperazione.

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