Roma - La tensione non si stempera dentro il centrodestra. Il giorno dopo l'intervista di Ignazio La Russa al Giornale con cui il vicepresidente del Senato invita i partiti della coalizione a dialogare e chiede a Forza Italia di confrontarsi e chiarirsi sulla sua collocazione europea, le consultazioni con il capo dello Stato e con il presidente incaricato lasciano sul campo nuovi strascichi.
Silvio Berlusconi dopo l'incontro con Giuseppe Conte pizzica Matteo Salvini. «Durante questa crisi, il fatto che la Lega abbia proposto fino all'ultimo di risuscitare la sciagurata formula della maggioranza gialloverde, ha rappresentato per noi un problema politico molto serio. E su questo tutti gli elettori di centrodestra devono riflettere seriamente, perché così si è consegnato il Paese alla sinistra». I leghisti, naturalmente, respingono al mittente l'accusa. «La Lega ha voluto, con coraggio, restituire la parola e il diritto di voto agli italiani» dice il capogruppo al Senato Massimiliano Romeo «un diritto negato dalla casta che in questi giorni sta spartendo poltrone e ministeri. E noi, a differenza di altri, non abbiamo mai governato insieme al Pd».
Fratelli d'Italia con Luca Ciriani e Tommaso Foti promette «un'opposizione senza sconti», rispetto ad «un'operazione politica che ripugna. Siamo orgogliosi di ribadire che siamo l'unico partito che ha seguito una sola linea: la richiesta del voto e di un governo subito, non abbiamo trattato né sopra né sotto il banco con alcuno, né con il Pd né con il M5s». Fratelli d'Italia con Carlo Fidanza, guarda anche verso Forza Italia e si lamenta del fatto che «Berlusconi e i suoi siano più impegnati a prendere le distanze dalla destra sovranista che dall'ignobile inciucio giallorosso».
I tre partiti del centrodestra - coalizione che a livello regionale continua a marciare unita e a conquistare successi - in questa fase sembrano più intenzionati a posizionarsi e differenziarsi piuttosto che lavorare alla ricostruzione e all'unità. Dentro Fi sono forti le pressioni che arrivano da parte dei gruppi parlamentari sullo stato maggiore del partito. In molti lamentano il fatto che in queste settimane non sia arrivato alcun segnale chiaro da parte del leader della Lega e che la dirigenza azzurra rischi di inseguire una unità che il principale alleato non sembra volere. Inoltre in questa fase, con le elezioni che si allontanano è ricominciato il tentativo dell'una e dell'altra parte di mettere le mani sui consensi altrui. I sovranisti provano a descrivere Fi come un partito in bilico tra la storica coalizione di centrodestra e il Pd, argomento in verità depotenziato dalla nascita di un governo Pd-Cinquestelle. Forza Italia, invece, punta a rafforzare la propria identità di forza liberale per non essere schiacciata dai sovranisti e recuperare consensi e riconoscibilità. Non aiuta naturalmente la mancanza di un dialogo diretto.
I tre leader del centrodestra non si sono mai incontrati dopo l'apertura di questa crisi e l'incontro tra Salvini e Berlusconi fissato per il 13 agosto è stato fatto saltare. È chiaro che soltanto un faccia a faccia tra i tre leader potrebbe determinare la ripartenza di questa strana coalizione asimmetrica.
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