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A Genova sit-in e fermi sulle strade, ma gli autotrasportatori temono i danni

Il fronte dei No Pass promette di andare avanti ad oltranza Tir bloccati per ore. "Un giorno di non lavoro costa un milione"

A Genova sit-in e fermi sulle strade, ma gli autotrasportatori temono i danni

Genova. Presidi fuori dai varchi portuali di Genova, blocchi stradali e la promessa di andare avanti a oltranza anche nelle prossime ore. È il fronte del no all'obbligo del green pass, che ieri è sceso in piazza a Genova con almeno 5 tra sit-in e proteste, molte delle quali passate soprattutto per gli accessi allo scalo genovese: tanti i settori mobilitati, da un lato i «camalli», dall'altro sanità, Cub, attivisti e cittadini semplicemente contrari alla certificazione verde obbligatoria, che si sono dati appuntamento sotto la sede della prefettura, davanti a una delle sedi dell'Amt, l'azienda dei trasporti cittadina, e soprattutto nei principali punti d'accesso allo scalo per bloccare l'operatività.

Le richieste? Una sola: ottenere il ritiro del provvedimento. E non sono bastate le mediazioni, la messa a disposizione di tamponi gratuiti ai lavoratori che ancora non sono dotati della certificazione. Le transenne e il presidio a varco Etiopia, da cui si accede alle banchine di Sampierdarena, sono comparsi alle 6 del mattino. Dietro e davanti alla guardiola giubbotti arancioni, striscioni e tamburi. E colonne di tir fermi. Molti manifestanti fanno capo all'Usb, in cui sono confluiti gli aderenti al collettivo lavoratori portuali. «Via il green pass - sottolineano - salute e sicurezza devono essere a carico dei datori di lavoro». Il vero problema non è solo l'obbligo di green pass. «Sarebbe già discutibile anche fosse nato in un percorso democratico normale - spiega un lavoratore aeroportuale che si è unito alla protesta - è un tema legato a centinaia di altre questioni aperte sul mondo del lavoro». Al varco Etiopia da un centinaio di manifestanti del mattino si è passati ai 500 del pomeriggio, che hanno bloccato la viabilità su lungomare, poi riaperta. In giornata bloccati poi a rotazione anche i varchi Albertazzi, San Benigno al terminal traghetti, e il Psa di Genova Pra'. Qualche attimo di tensione poi rientrata con gli autotrasportatori bloccati in coda da ore. «Sono stati fermati tutti i varchi del porto vecchio di Sampierdarena - spiega al Giornale Giuseppe Tagnocchetti, leader di Trasportounito in Liguria - non abbiamo potuto operare con circa 500 veicoli fermi di cui una parte dovrà aspettare le prossime ore con il rischio di stare ancora in attesa occupando le vie cittadine perché impossibilitati a scaricare nel porto». Come Claudio, autista arrivato da Avellino, in attesa dall'alba. «Io ho il vaccino e anche il green pass. È giusto, serve per lavorare», spiega mentre guarda l'entrata bloccata del porto. Un bilancio che si annuncia pesantissimo. «Ogni giorno di non lavoro - continua Tagnocchetti - parliamo di 1 milione di danni per attese e perdite di produttività».

Gli autotrasportatori hanno pagato doppio: il costo dell'adeguamento al green pass e i danni generati da chi la norma non la vuole riconoscere».

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