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La Germania accusa il Qatar "Finanzia i terroristi dell'Isis"

Il ministro dello Sviluppo tedesco Mueller non ha dubbi sull'origine del tesoro jihadista Il ricco Emirato è molto vicino all'Occidente ma le sue reali posizioni sono un enigma

La Germania accusa il Qatar "Finanzia i terroristi dell'Isis"

Da che parte sta il Qatar? E, soprattutto, con chi sta?

Punti il dito sulla carta geografica e la domanda sorge spontanea guardando la strategica collocazione del piccolo Emirato. Undicimila metri quadrati di superficie per 400 mila abitanti. Una penisola lillipuziana che si perde nella più vasta penisola arabica, quella che da secoli è in subbuglio. Scrutata dall'Occidente con un certo sospetto non sempre e non tanto infondato.Il Qatar no, invece. Il Qatar dei petrodollari e della vocazione al progresso, il Qatar del Pil pro-capite di 120 mila dollari, che lo piazza secondo al mondo dietro solo al Lussemburgo, il Qatar illuminato e illuminante che sembra abbia fatto dell'occidentalizzazione il suo target prioritario, no. Non suscita perplessità. Non preoccupa. Eppure. Eppure, se togli il dito dalla carta geografica e lo punti sulla mappa della più inquietante isola del terrore e del terrorismo, l'isola che c'è, c'è per davvero, da qualche parte e che nasconde il tesoro di due miliardi di dollari che rappresenta la dote dello Stato Islamico, l'Isis, di Abu Bakr al-Baghdadi, allora qualcosa non torna. Perchè quei soldi e quel tesoro è come se tratteggiassero i confini di un altro Qatar. Che non convince. Che non sembrerebbe proprio così amico dell'Occidente e degli americani. E'in quest'ottica, in questa visione più ravvicinata del problema jihadista, che va tenuta nella considerazione che merita la dichiarazione del ministro dello Sviluppo tedesco Gerd Mueller che, in un'intervista alla rete televisiva Zdf, non ha usato mezzi termini: «I soldati del califfo Abu Bakr al-Baghdadi vengono pagati dal Qatar». Una dichiarazione che per Mueller ha le fondamenta della certezza visto che viene suffragata anche dallo statement del vice segretario Usa al Tesoro, David Cohen che con l'aiuto dell'Intelligence, già nel Marzo scorso era giunto alla seguente conclusione: «Donatori del Qatar raccolgono fondi per i gruppi estremisti in Siria, in particolare per Isis e al-Nusra. I loro versamenti sono calcolabili in centinaia di milioni di dollari». Eppure.

Eppure quel Qatar, è, o almeno dovrebbe essere lo stesso Qatar che, tramite il suo fondo sovrano, Qatar Holding, ha investito ovunque in Occidente. Giusto per rinfrescarci la memoria ha comprato i grandi magazzini londinesi Harrod's e, in Italia tanto, tantissimo. Per esempio la Costa Smeralda. Che è entrato negli stadi comprandosi il Paris Saint Germaine e ha fatto propri brand di moda come, tra gli altri, Valentino e Pal Zileri. Eppure questo Qatar è lo stesso, o almeno dovrebbe essere lo stesso che, leggendo quanto fonti di Al Fatah hanno dichiarato al giornale arabo Al-Hayat «Sta sabotando il negoziato egiziano per una tregua permanente nella Striscia e avrebbe minacciato di espulsione il leader di Hamas Khaled Mashaal per impedirgli di accettare le più recente proposte formulate al Cairo». Come dire che se qualcuno deve pensare ad un bocciolo che racchiuda e schiuda amore al momento opportuno, è meglio che guardi verso altri paesaggi, decisamente più dolci. Detto questo è pur vero che l'Emirato di Doha, che accoglie con straordinaria cordialità soldati americani e uomini d'affari israeliani è anche lo stesso Qatar che rifiutò, a suo tempo, di diventare parte dell'Arabia Saudita e che, se è vero che durante gli anni Ottanta sostenne l'Iraq nella guerra contro l'Iran è altrettanto vero che poi si oppose all'invasione irachena del Kuwait e si schierò al fianco degli americani tanto da ospitare il quartier generale delle operazioni militari statunitensi contro l'Irak, proprio nel deserto di Doha. E le cose non sono, all'apparenza, cambiate di molto, se oggi come oggi, il Comando delle truppe americane in Medio Oriente trova la sua sfarzosa collocazione nella base di Al Udeid, in Qatar , appunto. Una liaison che al Qatar ha anche fruttato una commessa militare da parte degli americani da ben undici miliardi di dollari. Non è un mistero che Arabia Saudita ed Egitto non amino il vicino Emirato, per il sostegno che ha dato, in tempi recenti, ai Fratelli Musulmani di Morsi e per la scelta di schierarsi, unico Paese arabo, a favore di Hamas nel conflitto con Israele. Ma forse a Doha tutto ciò non importa. Enigmatico questo Qatar.

Enigmatico.

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