La Germania brinda all'intesa Grande coalizione a un passo

Accordo scritto di 28 pagine tra Cdu e socialdemocratici Manca ancora il sì dei delegati Spd e dei 450mila iscritti

La Germania brinda all'intesa Grande coalizione a un passo

Berlino Dopo un rush negoziale che doveva durare 8 ore e ha finito per coprirne 24, i moderati (Cdu) della cancelliera Angela Merkel e i loro alleati bavaresi (Csu) hanno trovato un accordo con i socialdemocratici (Spd) per dare vita a un nuovo governo di grande coalizione. I tre partiti hanno prodotto un documento di 28 pagine che, superando le attese per un semplice accordo di massima, delinea con sufficiente chiarezza il percorso del prossimo esecutivo bipartisan, il quarto a guida Merkel. Tre mesi e mezzo dopo le elezioni di settembre, il traguardo di dare un esecutivo alla Germania sembra avvicinarsi. La cautela è d'obbligo: l'intesa annunciata venerdì deve essere approvata dal congresso straordinario della Spd. Il futuro del prossimo governo di Grosse Koalition è dunque nelle mani di 600 delegati che, in rappresentanza di 450 mila iscritti socialdemocratici, stabiliranno se valga la pena governare ancora assieme alla cancelliera di ferro oppure se sia meglio passare all'opposizione e tentare il rilancio di un partito ridotto al minimo storico (poco più del 20 per cento) dopo quattro anni di governo con Angela Merkel.

Starà al leader socialdemocratico, Martin Schulz, convincere i delegati che l'intesa conviene al partito. Un'operazione tutta in salita: la Spd ha dovuto rinunciare in partenza a molte delle sue iniziali richieste. A cominciare dall'aliquota fiscale sui redditi più alti: i progressisti la volevano portare dal 42 al 45 per cento ma si sono scontrati con il «Nein!» di Cdu e Csu. La sinistra aveva poi spinto per un via libera generalizzato ai ricongiungimenti familiari delle centinaia di migliaia di profughi già accolti in Germania: l'intesa prevede invece che ne siano concessi non più di mille al mese. Lo stesso ingresso dei profughi è limitato a circa 180-200mila l'anno, secondo i desiderata dei cristiano-sociali bavaresi e contro quelli dei socialdemocratici. I moderati hanno anche detto no alla proposta Spd di parificare gli standard di cure fra le assicurazioni sanitarie pubbliche e private. Le parti si sono invece accordate su un non meglio specificato impegno al fianco del presidente francese Macron per il rafforzamento dell'eurozona, sulla progressiva riduzione della tassa di solidarietà a favore dei Länder orientali che furono della Ddr e sulla costruzione di 1,5 milioni di appartamenti entro il 2022. L'intesa prevede ancora lo stop alla vendita di armi a Paesi impegnati nella guerra in Yemen e la messa al bando del glifosato, contrariamente a quanto sperato dai bavaresi.

Bocciato a caldo dal numero uno della federazione delle Pmi tedesche, Mario Ohoven, come «costoso per la Germania», l'accordo scontenta anche i giovani e la sinistra della Spd, tanto più contrariati visto che l'ingresso della Spd al governo regalerebbe

ai populisti di AfD lo status di primo partito di opposizione. In vista del congresso del 21 gennaio, molti socialdemocratici tenteranno di bocciare l'intesa, nella speranza di mandare a casa Merkel e tutto il Parlamento.

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