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Germania, stop al gasdotto Nord Stream

Berlino blocca il via libera. I timori di un'egemonia energetica russa

Germania, stop al gasdotto Nord Stream

Bundesnetzagentur è una parola spigolosa e allarmante almeno quanto il suo significato, ovvero agenzia federale delle reti. Quando se ne parla i problemi non tardano ad arrivare. L'authority tedesca ha infatti deciso di sospendere il processo di approvazione del Nord Stream 2, il gasdotto che trasporterà 55 miliardi di metri cubi di gas all'anno sotto il Mar Baltico, dalla Russia alla Germania. Una decisione che rischia di tenere tutta l'Europa col fiato sospeso proprio mentre si avvicina il freddo, e il fabbisogno di gas aumenta. Il regolatore tedesco ha sospeso il processo di approvazione del controverso gasdotto, chiamando in causa un ostacolo legale.

Com'era prevedibile, dopo l'annuncio il prezzo del gas sul mercato è aumentato del 12 per cento, ma gli analisti non escludono che l'impennata possa raggiungere in pochi giorni addirittura il 20. Purtroppo il problema non riguarda soltanto il portafogli di milioni di utenti, ma addirittura l'approvvigionamento. Lo sostiene ad esempio Jeremy Weir, ad di Trafigura, una delle società più grandi al mondo nel commercio di materie prime. «Con questo scenario non escluderei per l'Europa un rischio di blackout energetico il prossimo inverno, qualora dovessero persistere basse temperature. Questo perché il gas naturale nella regione è ancora insufficiente per le reali necessità».

Si attente quindi il processo di certificazione del gasdotto, che rimarrà sospeso fino a quando l'operatore di Nord Stream 2, con sede a Zug, in Svizzera, non avrà completato il trasferimento di «beni chiave e risorse umane» a una filiale creata in Germania per la parte tedesca. «L'approvazione sarà possibile solo qualora l'operatore si organizzerà in una forma legale secondo quanto prevede il diritto tedesco», si legge sul sito ufficiale del Bundesnetzagentur. La filiale tedesca avrà quattro mesi di tempo per dare il via libera a Nord Stream 2, la cui costruzione è stata completata e il riempimento è già iniziato sul lato russo.

Con i suoi 1.230 chilometri, è attualmente il gasdotto più lungo del mondo e viene affiancato al Nord Stream 1, lungo 1.224 chilometri, che segue lo stesso percorso ed è stato inaugurato nel 2012. L'opera è nata generando alcuni problemi di equilibrio tra le diplomazie di mezzo mondo.

Grazie a Nord Stream 2 si aprirà infatti un secondo canale diretto tra Russia e Germania, con la conseguenza che l'Ucraina perderà parte della sua importanza come nazione di transito del gas naturale russo e, ovviamente, anche i benefici economici che ne conseguono. Le stime parlano di circa un miliardo di euro all'anno di tariffe perse per Kiev, che ha segnalato all'Europa il rischio che Putin possa utilizzare Nord Stream 2 per esercitare ingerenze su Bruxelles.

Anche gli Stati Uniti alla fine hanno accettato il progetto, minacciando però sanzioni qualora la Russia lo adoperi come arma di ricatto.

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