Stavano pianificando un attentato al mercato di Natale di Hessen i sei rifugiati arrestati ieri mattina in quattro diverse città della Germania. I sei, di età compresa fra 20 e 28 anni, sono stati presi in una serie di raid condotti nelle città di Kassel, Hannover, Essen e Lipsia: 500 gli agenti coinvolti e otto le abitazioni perquisite. Tutti erano registrati in Germania come richiedenti asilo, quattro di loro da dicembre del 2014, mentre gli altri da agosto e settembre del 2015. Secondo il quotidiano Die Welt, i sei sarebbero arrivati nel Paese con identità false, spacciandosi per rifugiati in fuga dalla guerra. Nelle perquisizioni sono stati sequestrati cellulari, computer portatili e documenti. La procura non ha precisato tuttavia se le richieste di asilo fossero state approvate o meno.
I sei uomini costituirebbero una cellula, secondo il procuratore di Stato, Christian Hartwig. L'attentato era pianificato con armi ed esplosivo, ma l'organizzazione del piano non era ancora conclusa. La procura ha riferito che l'obiettivo era un luogo pubblico (non si sa quale). I sei sarebbero arrivati in Germania con false identità tra la fine del 2014 e il 2015. Secondo quanto riporta la testata Die Welt, gli investigatori sarebbero stati messi sulle tracce della cellula tramite le indicazioni di altri rifugiati. L'attenzione dei media è alta, a poco meno di un anno dalla strage del 19 dicembre scorso, al mercato di Natale di Breitscheidplatz a Berlino dove morirono dodici persone e 56 vennero ferite. Erano le ore 20:02 quando il camion rubato proveniente da Hardenbergstraße è entrato nel mercatino di Natale allestito a Charlottenburg, travolgendo bancarelle e clienti per circa 50 metri, per poi deviare e fermarsi su Budapester Straße, nei pressi della Chiesa della memoria. Prima di entrare nel mercatino, il camion era già transitato per Breitscheidplatz una volta. Dopo l'impatto, diversi testimoni hanno visto il conducente lasciare il camion e fuggire verso Tiergarten, inseguito da un testimone. L'attentatore Anis Amri fu poi ucciso durante un controllo a Sesto San Giovanni dopo una lunga caccia all'uomo. L'ttentatore apparteneva alla rete salafita chiamata «La vera religione» cresciuta intorno a Abu Walaa, un noto reclutatore dell'Isis in Germania recentemente arrestato. Il tardo pomeriggio di lunedì 19 dicembre 2016, tra le 16.30 e le 17.30, Amri ruba un tir polacco proveniente dal Piemonte, accoltellando il camionista Lukasz Urban e sparandogli un colpo di pistola alla testa. Poi la strage.
Il mattino dopo l'attentato (martedì 20 dicembre) Anis Amri, sempre a Berlino, gira il suo videotestamento, riprendendo se stesso per 2 minuti e 40 secondi sul ponte pedonale Kieler, a pochi chilometri da Breitscheidplatz; nel video, Amri afferma di essere ancora vivo, dichiara obbedienza totale al califfo.
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