Ragusa Evade più volte dall'abitazione in cui sta scontando gli arresti domiciliari, nel centro storico di Ragusa, per andare dall'ex fidanzata e violentarla. Il peggior incubo di una quarantenne italiana residente nel capoluogo ibleo era un ventottenne ghanese, Appiah Kubi Franklin, con cui aveva avuto una storia.
Il giovane si trovava ristretto in casa proprio per le violenze perpetrate nei confronti della donna, ma questo non l'ha fermato fino al nuovo arresto per evasione e per violenza sessuale proprio nei confronti della quarantenne. Le prime manette per maltrattamenti, lesioni personali e violazione di domicilio aggravata nei confronti della ex compagna, risale allo scorso mese di febbraio: le volanti con il loro intervento sono riuscite a scongiurare il peggio. Il 28enne aveva prima sfondato il portone di casa in cui era ospitata la donna, poi l'aveva massacrata di botte, picchiando pure l'uomo che le stava offrendo ospitalità per tenerla al sicuro da lui. L'aveva persino minacciata e ferita con un grosso coltello. Il tutto non era altro che l'apice di un rapporto di sottomissione da parte della quarantenne, che aveva subito persino bruciature e torture dal suo aguzzino con una pinza e ora voleva stargli lontano. Del resto non era la prima volta che lo straniero il aveva a che fare con la giustizia. Era, infatti, già noto alle forze dell'ordine perché nel gennaio del 2017 era stato arrestato dalla squadra mobile di Ragusa in quanto scafista di un gruppo di immigrati fatto sbarcare a Pozzallo. Poi era stato scarcerato e aveva persino presentato istanza di asilo, ricorrendo contro il diniego alla richiesta. A febbraio, dunque, l'arresto per le violenze all'ex fidanzata. Ma la misura degli arresti domiciliari per le violenze non è bastata per tenerlo buono. Perché si è scoperto che è evaso più volte per andare da lei e sottoporla a reiterati rapporti sessuali. Entrava da una finestra rotta e abusava della donna che opponeva una ferma resistenza, in quanto aveva deciso di troncare la relazione. Ma ogni volta l'uomo riusciva ad abusare di lei. Lo ha riferito lei stessa in lacrime ai poliziotti. Sono stati loro a scoprire cosa accadeva e per questo l'hanno convocata. A fare scattare i sospetti è stato un referto medico proveniente dal pronto soccorso dell'ospedale di Ragusa, che evidenziava i maltrattamenti subiti dalla vittima.
Gli investigatori della mobile l'hanno convocata e lei ha chiesto aiuto e protezione a una poliziotta a cui ha trovato il coraggio di raccontare gli stupri e i maltrattamenti, tra cui le bruciature di sigaretta, che non aveva denunciato temendo di venire uccisa.
Il Gip del tribunale di Ragusa titolare delle indagini, accogliendo la richiesta del sostituto procuratore Fornasier, ha disposto l'aggravamento della misura cautelare con urgenza. Il ghanese è finalmente lontano dalla vittima, in carcere a Ragusa.
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