Molto, dentro Forza Italia, in questi mesi è stato rinviato a «dopo Fiuggi». E ora che la convention organizzata da Antonio Tajani si è chiusa con l'annuncio di Silvio Berlusconi che correrà alle elezioni europee («Una buona notizia per il centrodestra e per Forza Italia», commenta il vicepresidente azzurro), all'obiettivo di maggio e prima ancora alle amministrative, bisogna prepararsi concretamente. Anche perché i segnali concreti che il ritorno in campo del leader azzurro può cambiare il vento per il partito è arrivato immediatamente. Nella rilevazione settimanale Swg diffusa ieri da La7, Forza Italia è cresciuta di 1,3 punti, tornando all'8.3 per cento.
Ora il rilancio e la riorganizzazione del partito, annunciati a giugno dal leader con la nomina di Tajani, partono dalla linea politica con un centrodestra riaffermato, anche se litigioso, in cui però ogni forza si preoccupa di marcare la sua identità. Ma parte anche dal tesseramento in tutt'Italia e dalla democrazia dal basso dei congressi comunali e provinciali in preparazione per gennaio, aperti anche all'Altra Italia, vicina ma non organica a Fi, di cui si sta occupando Massimo Mallegni. Dopo la nomina dei capi-dipartimenti, che fanno capo ad Adriano Galliani, si attende sempre da lui l'annuncio delle personalità esterne che faranno parte della Consulta e, soprattutto, il rinnovamento (la metà, si è detto) dei coordinatori regionali, cui sta lavorando Sestino Giacomoni.
Altro capitolo importante, la digitalizzazione, con vari progetti allo studio, perché il Cavaliere e Tajani sono ormai convinti che soprattutto per raggiungere i giovani bisogna parlare sui social. Il «Manifesto per la libertà» presentato a Fiuggi dal leader è stato diffuso in rete e anche per l'iscrizione ai congressi, ha sottolineato Berlusconi, basterà un clic. Ma, naturalmente, c'è ancora molto da fare e parlamentari, dirigenti e base incalzano i vertici perché si passi dalle parole ai fatti.
Tutto questo dovrebbe servire a riportare Fi a livelli ben superiori a quelli che gli attribuiscono gli ultimi sondaggi, 8-12%. Il popolo azzurro spera nel miracolo che altre volte l'«effetto Silvio» ha prodotto e i primi segnali arrivati dai sondaggi sono incoraggianti. Oggi il partito si trova nella difficile posizione di opposizione ad un governo in cui siede un alleato. Gli attacchi al M5S insistono su quello che fa e annuncia, quelli alla Lega soprattutto su quello che non fa, rispetto al programma del centrodestra. Tajani critica i grillini sul fronte infrastrutture. «Con la realizzazione della Gronda a Genova forse il ponte non sarebbe crollato»; «Non possiamo, dopo 20 anni ancora discutere Tav sì o Tav no. Siamo al Risorgimento». E sulla «megavendetta» annunciata dal portavoce del premier Rocco Casalino contro i tecnici del Tesoro che non trovano risorse per il reddito di cittadinanza, dice: «Le epurazioni si facevano al tempo di Stalin. In nessun Paese democratico accadono queste cose. Da presidente dell'Europarlamento non ha mai pensato di dire: Adesso epuro tutti quelli che non sono del Ppe. Che messaggio diamo all'esterno?». E aggiunge che la manovra «non dev'essere «demagogica e far aumentare il debito pubblico», perché «l'assistenzialismo non serve, è il lavoro che dà dignità».
Qunado parla di Ue, però, l'ammonimento di Tajani va più a Salvini che a Di Maio: «L'Italia deve far ascoltare la propria voce e contare di più in Europa. Però non bisogna strillare in Italia e minacciare gli altri. Bisogna essere credibili e forti non violenti».- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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