Già rotto il ticket con Silvia Salis: la sindaca evita l'evento su Gaza

Erano attese insieme oggi a Genova. L'imbarazzo sulla data scelta. Il Comune: "Agenda intensa..."

Già rotto il ticket con Silvia Salis: la sindaca evita l'evento su Gaza
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È il ticket impossibile della sinistra. L'idea di mettere insieme le due facce della gauche tricolore, la moderata e l'estremista. Silvia Salis (nella foto), telegenica sindaca di Genova, e Francesca Albanese, barricadera relatrice Onu per il dossier Palestina. Salis è giovane, bella, ecumenica e, insomma, forse capace di calamitare quel capitale di centro che manca sempre ai progressisti per sbancare. Certo, nel capoluogo ligure è riuscita nell'impresa di portare al successo il Campo largo che altrove perde a raffica. Albanese è aggressiva, dirompente, in perfetta corrispondenza con l'indignazione incendiaria dei pro Pal. Qualche giorno fa si è guadagnata l'attenzione dei media per l'incredibile duetto con il sindaco Pd di Reggio Emilia. Marco Massari la stava premiando, lei lo ha azzannato per una frase invece doverosa sull'auspicato rilascio degli ostaggi da parte di Hamas. Parole ovvie che la paladina dei pro Pal ha invece rispedito al mittente con una durezza sbalorditiva: "Io ti perdono, ma...". Testuale. E incommentabile. La novità politica è, anzi era, che camminando come funamboli sul filo, nel cielo vertiginoso di un anniversario scavato nel dolore, Albanese e Salis avevano programmato per oggi un meeting pubblico in coppia proprio a Genova. Il ticket Largo, che più largo non si può, alla prova del caso Gaza. Forse, sulla carta, un'opportunità interessante, anche se non scontata, visto quel che è successo fra Flotilla, manifestazioni e scioperi generali. Ma gli organizzatori, troppo entusiasti, non hanno nemmeno preso in considerazione la data davvero incandescente: il 7 ottobre suona come una provocazione per le vittime del massacro. E infatti la community ebraica ha espresso ad alta voce il proprio sconcerto: "Fatela pure, ma in un altro giorno". Il Comune, che è fra i promotori, con Amnesty International, l'Associazione giuristi democratici, l'Anpi e Defense for Children Italia, ha d'improvviso preso consapevolezza di aver urtato i fili. La location è stata ridimensionata: si è passati dal prestigioso e quasi ufficiale Palazzo Ducale ai più defilati giardini Luzzati, certamente meno impegnativi. Contemporaneamente, dal Municipio è filtrata una quasi sconfessione dell'atteso evento: "La sindaca ha un'agenda molto intensa e c'è pure il Consiglio comunale". Salis, in difficoltà, si copre con dichiarazioni da nouvelle vague: "Io tengo conto di tutte le sensibilità ed è giusto che ciascuno si esprima. Ma voglio aggiungere una cosa: penso sia molto grave quanto è accaduto in centro a Genova", il 5 maggio scorso nel corso di una commemorazione, "quando è stato fatto il saluto romano". Una spruzzata di antifascismo per mascherare le crepe e rovesciare la narrazione. La realtà però non cambia: la coppia scoppia, prima ancora di nascere. Salis viene ormai candidata a nuova leader dei riformisti e perfino a possibile candidata premier, ovviamente in alternativa a Elly Schlein. Ci può pure stare vedremo. Quel che però non funziona è il mix fra moderati e massimalisti.

Forse il Campo Largo può salire sul palco delle elezioni locali, dove pure le contraddizioni stridono, ma si spezza, anzi si frantuma appena si mette il naso nelle controverse e drammatiche questioni di politica estera. A Genova doveva andare in scena una reunion, si assiste ora ad una fuga della prima cittadina.

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