È giallo in Vaticano per una lettera scritta e firmata da 13 cardinali della frangia più tradizionalista al Papa in cui esprimono preoccupazione per il metodo utilizzato sul Sinodo sulla famiglia, in corso per tre settimane in Vaticano, e in cui vescovi e cardinali di tutto il mondo discutono sui temi più spinosi come comunione a divorziati risposati, matrimoni omosessuali, contraccezione e difesa della vita.
A pubblicare la notizia della presunta lettera trasmessa dal cardinale George Pell al Pontefice è stato il vaticanista dell'Espresso Sandro Magister, autore dell'anticipazione dell'Enciclica verde e per questo sospeso dalla sala stampa della Santa Sede per aver violato l'embargo. Ma nel giro di qualche ora, sono arrivate quattro smentite. La prima quella del cardinale Angelo Scola, arcivescovo di Milano, che - attraverso il suo portavoce - ha fatto sapere di «non aver mai firmato il documento». Poco dopo è arrivata la smentita del cardinale Andrè Vingt-Trois, arcivescovo di Parigi, tramite un post su Twitter. A seguire anche quelle del cardinale Piacenza e del cardinale Erdo.
Nella missiva, i tredici cardinali - divenuti quindi nove - esprimono al Papa le «preoccupazioni» sulle procedure del Sinodo, a loro giudizio «configurate per facilitare dei risultati predeterminati su importanti questioni controverse». Preoccupazioni anche riguardo all'Instrumentum Laboris, ritenuto inadeguato come «testo guida e fondamento di un documento finale». Infine, i porporati più conservatori autori della lettera criticano l'istituzione della commissione di dieci presuli che coadiuva la segreteria del sinodo e la composizione dei «circoli minori», dietro cui i firmatari intravederebbero il tentativo di pilotare in chiave aperturista il sinodo.
Un'accusa alla quale lo stesso Papa aveva risposto, qualche giorno fa, esortando i padri sinodali a non seguire una «ermeneutica cospirativa».
«Le nuove procedure sinodali saranno viste in alcuni ambienti come mancanti d'apertura e di genuina collegialità», scrivono i firmatari a quanto riporta il blog di Magister.
Secondo la ricostruzione di Magister, a firmare la missiva sarebbero stati: Carlo Caffarra, arcivescovo di Bologna, Thomas C. Collins, arcivescovo di Toronto, Timothy Dolan, arcivescovo di New York, Willem J. Eijik, arcivescovo di Utrecht, Peter Erdo, relatore generale del Sinodo, Gerhard Muller, prefetto della Congregazione per la dottrina della fede; Wilfrid Fox Napier, arcivescovo di Durban e presidente delegato del Sinodo, George Pell, prefetto della Segreteria per l'Economia, Mauro Piacenza, Penitenziere maggiore, Jorge L. Urosa Savino, arcivescovo di Caracas, Robert Sarah, Prefetto della Congregazione per il culto divino, Angelo Scola, arcivescovo di Milano, Andrè Vingt-Trois, arcivescovo di Parigi e presidente delegato del Sinodo. Ma il numero dei cardinali è sceso a nove, dopo la smentita giunta da quattro porporati.
Durante il briefing con i giornalisti, padre Federico Lombardi ha commentato: «Trattandosi di una lettera che non era pubblica non ho nulla da dire né da commentare. Quello che posso commentare è che le 13 persone indicate sono diventate nove. Quindi state attenti, non prendete sempre per buono ciò che viene pubblicato, prima verificate».
Sulla veridicità della lettera, Lombardi ha osservato: «Non ho avuto questo documento, non sono in grado di verificare se corrisponde a verità o no, dovrebbe essere il Papa a dirci se l'ha ricevuto. Poi se qualcun altro l'ha diffuso è sua responsabilità, deve rispondere lui, non io».
Il portavoce vaticano ha infine precisato che la relazione finale del Sinodo ci sarà, anche se non è ancora chiaro «cosa decide di farne il Papa», ovvero se pubblicarla o meno. Intanto le discussioni dei padri sinodali vanno avanti, ma il giallo della lettera resta.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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