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Giallo del "divorzio" dell'estate. Spunta un'inchiesta su Segre

Dopo il party d'addio, nuove voci sull'ex coppia. Lui è indagato come presidente di una società di trading online

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Il modo in cui lui l'ha accusata di essere una fedifraga (praticamente seriale, oltretutto) durante quella che avrebbe dovuto essere la loro festa di fidanzamento, è ormai noto a tutta Italia. Il fatto che lei, intervistata in merito alla faccenda qualche giorno dopo abbia risposto «da che pulpito viene la predica», ci fa porre un quesito che forse suonerà puerile e provinciale: ma perché si volevano sposare, i torinesi, improvvisamente famosissimi Cristina Seymandi e Massimo Segre?

Se quell'incriminato 27 luglio (giorno del compleanno di Cristina, per di più), il banchetto di s-fidanzamento non si fosse trasformato in una sceneggiata degna di tutt'altre longitudini, due anime si sarebbero unite e consegnate a cosa esattamente? Cornuto lui, cornuta lei ed entrambi evidentemente consapevoli, ci viene da pensare che l'abbiano scansata per il rotto del bouquet.

Cosa li ha tenuti insieme esattamente fino a quel fatico video che ha fatto il giro del web in cui lui la «mollava» davanti a 45 tra parenti e amici (soprattutto di lei), facendo pure i nomi dei fantomatici amanti della mancata consorte presenti alla serata assieme alle mogli? In parte lo chiarisce proprio Cristina (ormai «tranquilla» in vacanza a Mykonos «ci vuole altro per piegarmi») spiegando che i suoi rapporti con Segre non possono essere chiusi qui dal momento che «c'è un'azienda da fare andare avanti». L'azienda in questione è la Savio Spa, un'azienda di Chiusa San Michele specializzata in serramenti, salvata dal fallimento nel 2022 proprio da Segre e che oggi dà lavoro a 158 persone.

Era proprio Cristina, compagna dell'imprenditore dal 2020 che aveva voluto «provarsi» come imprenditrice dopo una parentesi in politica con i Cinque Stelle (sognava di diventare sindaco e di prendere il posto di Chiara Appendino). Così una società della famiglia Segre, la Hope srl ha rilevato un ramo di azienda (la Savio) e ha riassunto i 158 lavoratori. Per l'operazione Segre ha versato a un milione di euro di aumento di capitale e ne ha programmato un secondo. Nel frattempo, Cristina è riuscita ad ottenere due milioni di fondi pubblici regionali per il risanamento grazie a un bando vinto con Finpiemonte. Interessi comuni quindi, che adesso andranno portati avanti non senza imbarazzi. Specie perché quando Cristina ripensa al modo in cui il suo fidanzato ha deciso di piantarla sentimentalmente in asso, sostiene che abbia subito l'influenza di qualcuno: «Qualcuno l'ha manipolato... questa cosa non è da lui.. se penso che se n'è andato via quella sera con quattro body guard...».

Inoltre ora c'è da decidere come comportarsi legalmente rispetto all'inelegante boutade, qualche avvocato avrebbe infatti avvisato Cristina che si è trattato di «un'illecita diffusione di dati personali» (durante il ricevimento Segre avrebbe anche mostrato foto dell'ormai ex in compagnia di qualcuno) e lei starebbe valutando il da farsi: «Non lo so, vedrò. Leggo tante cose in giro, le più disparate. Adesso vorrei solo stare un po' in pace e prendermi cura di mia figlia».

Segre intanto è in vacanza a Zanzibar, ma siccome le tegole in testa non arrivano mai da sole, la procura di Torino ha aperto un'inchiesta su di lui in relazione al ruolo apicale ricoperto in Directa Sim, un'altra sua azienda di trading online. L'accusa è duplice: abusivismo finanziario e bancario. A giugno la Guardia di Finanza ha perquisito la sede della società, che in una nota ha ieri sottolineato di non essere coinvolta nell'inchiesta.

E ha indagato otto persone.

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