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Giallorossi ai ferri corti sul nodo prescrizione

Restano le divisioni sulla riforma Bonafede Ancora caos sulla revoca ad Autostrade

Giallorossi ai ferri corti sul nodo prescrizione

Nuovo anno vecchi problemi, irrisolti. Mentre infuriano le polemiche sulla leadership di Luigi Di Maio, capo politico M5s e ministro degli esteri, mentre dilagano le fibrillazioni nei Cinque stelle, mentre incombono le elezioni in Emilia-Romagna e il referendum sul taglio dei parlamentari, i grandi nodi che imbrigliano la maggioranza al governo restano. A partire da prescrizione e autostrade. Nonostante le dichiarazioni positive al termine del vertice sulla giustizia tra alleati («Ci sono stati importanti passi avanti», Bonafede; «Si è aperta una fase nuova» Walter Verini, responsabile giustizia Pd), le divisioni rimangono sulla riforma Bonafede.

Troppo al ribasso viene considerato dai renziani il compromesso raggiunto con la mediazione del premier Conte. Che per ora è solo la promessa che «in tempi brevi» il Consiglio dei ministri varerà il disegno di legge delega sul processo penale che dovrebbe accelerare i tempi dei tre gradi di giudizio con una sanzione disciplinare prevista per i giudici che li sforano in appello. L'unica modifica vera strappata alla riforma Bonafede che dal primo gennaio ha stoppato la prescrizione dopo il primo grado è la distinzione tra condannati e assolti: per i primi la prescrizione resterebbe bloccata, gli assolti invece beneficerebbero della decorrenza dei termini nei successivi gradi di giudizio. Una modifica che solleva forti dubbi di costituzionalità, perché contrasta col principio che «tutti sono innocenti fino al terzo grado di giudizio», ha avvertito Pietro Grasso, Leu. Delusi i renziani di Italia Viva: «Non siamo ancora soddisfatti - dice Davide Faraone - ci riserviamo di valutare». Per Maria Elena Boschi «resta migliore l'ipotesi di tornare alla disciplina precedente votando la proposta di Costa». Infatti, mentre Bonafede, che vuole blindare la sua legge, promette di portare già la prossima settimana in cdm il pacchetto, in commissione giustizia è attesa la prova sulla proposta di legge del forzista Enrico Costa, che abroga quella riforma. Un passaggio scivoloso per l'esecutivo, tanto che il M5s punta a sopprimere a sua volta quel ddl, con un emendamento che dovrebbe trovare il voto favorevole dei democratici. I quali però, in assenza di un accordo solido, potrebbero andare avanti sulla loro proposta presentata a fine anno contro la stessa norma Bonafede. Una crepa che potrebbe aprire definitivamente la crisi. «Eviterei minacce di votare le proposte dell'opposizione - ha mandato a dire Bonafede - non vedo rischi per il Governo. Il premier ha fatto una proposta e io mi sono preso la responsabilità di raccoglierla».

Ma ci sono anche le concessioni autostradali. Di Maio continua ad annunciare la revoca imminente ad Autostrade. L'istruttoria seguita dal ministro per le infrastrutture Paola De Micheli è in dirittura d'arrivo. Il M5s smentisce la possibilità di una maxi multa ad Aspi al posto della revoca. Sulla quale il Pd ora è più possibilista sopratutto dopo il crollo nella galleria della A26. Ancora è Italia viva la spina nel fianco dei grillini: contesta la norma del Milleproroghe che di fatto spiana la strada al procedimento, prevedendo il subentro di Anas. «Prima indaghino i giudici» avverte il deputato Luigi Marattin. «Io penso che noi dobbiamo soltanto resistere - ha chiarito Di Maio -. Ci dobbiamo riprendere quei 3mila chilometri e togliergli le concessioni.

È crollato un po' il titolo in Borsa (di Atlantia, ndr) e hanno iniziato a scandalizzarsi tutti».

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