"Gialloverdi al capolinea". Tajani vede un governo a guida Forza Italia-Lega

L'azzurro guarda alle Europee e punge: "All'esecutivo piacciono molto le fake news"

"Gialloverdi al capolinea". Tajani vede un governo a guida Forza Italia-Lega

Il presidente del Parlamento europeo, Antonio Tajani, entra tra affreschi, tocchi e ermellini dell'Università Cattolica per pronunciare la prolusione sull'Europa. C'è l'aura solenne dell'inaugurazione dell'anno accademico, ma non è facile distinguere tra Ue e Italia, in questi giorni di scontri, alla vigilia dell'apertura della procedura d'infrazione contro l'Italia da un'Europa che, nei sondaggi, per gli italiani non è più la mamma affettuosa di un tempo.

Eppure, dice Tajani ricambiato da un lungo applauso finale, l'Europa esiste nella comune identità cristiana e nella centralità della persona, anche se «sembra una macchina senza pilota», «ha perso grandi leader come De Gasperi e Adenauer» e i suoi «valori si sono indeboliti perché è prevalsa una visione economicistica». Allora «no al Leviatano Europa che decide tutto per tutti» ma sì a un'Europa con una politica comune: «Credo che il nostro impegno debba essere orientato a cambiare un'Europa che ha perso slancio ma non ruolo, un'Europa che va cambiata ma non distrutta».

Non sono discorsi accademici: le Europee del maggio 2019 si avvicinano e a questo appuntamento sono legate le sorti del governo gialloverde, diviso su così tante questioni che il totopolitica sta ormai virando sulla data del botto finale. «Salvini non può restare a lungo al governo con Di Maio. Se arrivano alle Europee è già un miracolo» aveva detto Tajani al Messaggero.

Ora, qui, in uno dei luoghi più significativi della politica culturale milanese, ribadisce il concetto: «Il centrodestra è lo schieramento che ha ottenuto più voti il 4 marzo scorso». Non solo: «L'accordo tra Lega e 5 Stelle traballa sempre di più. Ormai sono separati in casa. Non vanno d'accordo su nulla, dalla Tav agli inceneritori ai termovalorizzatori. Abbiamo già bruciato 300 miliardi». Da qui alla previsione che il futuro sia in «un governo di centrodestra, Lega- Forza Italia», il passo è breve.

Tajani insiste sul ruolo della stampa, che non a caso divide Luigi Di Maio, il vicepremier grillino che ha definito i giornalisti «infimi sciacalli», da Matteo Salvini, che ha invitato a fermare gli attacchi.

Una questione che sarà in primo piano in vista delle elezioni europee. «I giornalisti sono un presidio per un'informazione corretta e un voto libero da parte dei cittadini» dice Tajani. E annuncia di aver ottenuto da Mark Zuckerberg, fondatore di Facebook, «un impegno forte» nella lotta alle fake news durante la campagna elettorale europea. Così azzarda: «Forse a questo governo piacciono le fake news che circolano sui social. E sono i giornalisti coloro che possono impedire che ci sia il trionfo delle fake news».

Nell'Università in cui si studia anche giornalismo, la posizione del vicepresidente azzurro è netta. I 5Stelle sono rei non solo di non accettare le critiche ma anche di preferire alle verità scomode qualche comoda falsità.

Eppure, continua, unica garanzia di corretta informazione, perché ne rispondono davanti ai lettori e anche davanti alla legge, con condanne e richieste di risarcimenti, sono proprio loro, i giornalisti: «Insultarli viola la democrazia».

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