L a resistibile ascesa di Luigi Di Maio. Nel governo ora è lui in primo piano. La figura del premier Giuseppe Conte è sempre più sbiadita e ora con l’incasso del reddito di cittadinanza Di Maio è riuscito ad oscurare persino l’attivissimo Matteo Salvini. E ieri il vicepremier pentastellato ha impazzato tra interviste, comparsate in tv e la partecipazione al Global Forum 2018 per la democrazia diretta in Campidoglio. La perdita di qualche decina di miliardi a Piazza Affari e il monito lanciato dal Quirinale lo inducono a fornire rassicurazioni sulla permanenza dell’Italia nella zona euro. «Qualcuno pensa che adesso si voglia utilizzare la scusa della manovra per uscire dall’Europa o per uscire dall’euro: tutte sciocchezze», assicura Di Maio. Il ministro dello Sviluppo Economico intervistato da Maria Latella rassicura i mercati. Appena il Def sarà pubblicato si vedrà che contiene «il più grande piano di investimenti della storia italiana» e che con la Manovra del Popolo si cominciano a ricostruire «diritti sociali che erano stati distrutti». Il crollo dei mercati, insiste Di Maio, «è frutto della demonizzazione di questo Governo» e non deve preoccupare. Fissare il rapporto deficit Pil al 2,4 è necessario a dare «un po’ più di respiro» a giovani, anziani, a coloro che aspettano di andare in pensione e ai truffati delle banche. Non ci sarà aumento del debito, promette perché «si pagherà nei prossimi anni con la crescita». Indispensabile il 2,4 di deficit «perché abbiamo trovato tanti risparmi da fare ma andranno a regime l’anno prossimo». Nessuno scandalo insiste Di Maio il governo agisce «come fanno tante famiglie italiane, abbiamo chiesto un prestito che restituiremo quando le risorse derivanti dai tagli saranno disponibili in cassa». Prestito necessario visto che occorre finanziare non uno ma «due programmi elettorali che soddisfano due elettorati». E il governo giallo-verde ha un asso nella manica: «Il team Mani di forbice per tagliare tutto il possibile». Con un richiamo alla favola gotica firmata da Tim Burton Di Maio annuncia che le prime teste tagliate saranno quelle dei parlamentari. «Credo che nessuno possa dire di essere contro l’abolizione di 345 parlamentari. Se qualcuno lo farà, ascolteremo le sue ragioni» osserva magnanimo per poi tornare all’attacco dei famigerati «tecnici» nemici del popolo che invece «devono essere al servizio del popolo ovviamente nei limiti della Costituzione». E se non eseguono gli ordini del governo? «Se i tecnici non vogliono fare il loro dovere vorrà dire che cambieremo la legge Bassanini perché ci dobbiamo riprendere il potere democratico da quello dei tecnici», minaccia Di Maio promettendo di risolvere «il problema degli apparati che remano contro il governo, tecnocrati che vanno contro l’indirizzo politico non del governo ma dei cittadini». A dar manforte a Di Maio arriva pure Beppe Grillo che dal suo blog lancia strali contro lo strapotere della finanza. «Come è possibile che termini come spread possano effettivamente preoccupare la gente?- si chiede Grillo- La gente è depressa per la disoccupazione reale, per l’annichilimento della speranza, e non per via di qualche disappunto dei Benetton o degli altri amici dei governanti che ci hanno preceduto». Per l’ex comico «i rischi per il capitalismo speculativo» non hanno nulla a che vedere con la vita delle persone.
«Questa confusione è l’unica speranza di chi pretende il popolo italiano, e coloro lo rappresentano, sottomessi a delle percentuali astratte» ma aggiunge «i governi possono ancora cambiare le regole e farsi rispettare dai banchieri».- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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