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Gioele, le ore della verità. L'ira del papà di Viviana: "Le ricerche? Superficiali"

Oggi l'autopsia sui resti del corpo del piccolo. Nuovi rilievi anche sull'auto della donna

Gioele, le ore della verità. L'ira del papà di Viviana: "Le ricerche? Superficiali"

Quello di oggi potrebbe essere il giorno della verità nel giallo sulla morte di Viviana Parisi e del figlio Gioele di 4 anni addentratisi il 3 agosto nell'area impervia di Caronia che circonda l'A20 Messina-Palermo e ritrovati morti in momenti e luoghi diversi. Se i resti del piccolo, dilaniati e in parte divorati dalla fauna locale, sono sufficientemente conservati malgrado i 16 giorni esposti al caldo torrido, l'equipe di medici ed esperti che effettuerà alle 8 l'autopsia risolverà il caso. È stata la mamma a ucciderlo o il bambino si è fatto male nell'incidente stradale avvenuto poco prima della scomparsa o è stato attaccato da animali? Un'ipotesi, quest'ultima, che non è mai stata esclusa, ma che non spiegherebbe perché Viviana si sia addentrata in quella zona.

Com'è stato appurato dalla procura di Patti, il corpo della donna alle 10.15 del 4 agosto era nel punto in cui è stato trovato 5 giorni dopo a 3 metri da un traliccio dell'alta tensione. Sul corpo di Gioele non ci sono riscontri dai 16mila fotogrammi dei droni dei vigili del fuoco che, per uscire dall'impasse di un tempo senza fine, il procuratore Angelo Cavallo ha deciso di fare analizzare da un proprio consulente scoprendo che il corpo di Viviana si sarebbe potuto recuperare ancora integro. Le immagini satellitari elaborate dall'archeologo forense Pier Matteo Barone dicono che il piccolo era a 50 metri dal corpo della mamma.

Luigino, il padre di Viviana, parla di «ricerche molto superficiali». «Se io sono un lavoratore devo guardare le immagini. Non che ho 16mila fotogrammi e li guardo quando ho tempo». «La famiglia vuole capire - dice uno dei legali -. Nomineremo i nostri consulenti. Speriamo che la medicina legale ci dia risposte certe». Non c'è pace sull'inchiesta. Adesso salta fuori anche l'estromissione dalle ricerche da parte della prefettura di Messina del soccorso alpino Sicilia. «Siamo specializzati in questo tipo di ambienti. Ci resta la grande amarezza di non avere potuto partecipare alle ricerche» dice Franco Del Campo, presidente del Soccorso alpino e speleologico siciliano, che spiega come di norma in una ricerca in zone montane o impervie l'attività di ricerca di una persona è affidata al Soccorso alpino che coordina le altre forze. Poi l'affondo: «per un drone non è semplice eseguire le riprese in zona boschiva, però forse quei fotogrammi sono stati guardati con superficialità».

Ieri c'è stato un sopralluogo di tecnici ed esperti, poi un vertice tra il procuratore e 5 funzionari della Polizia scientifica di Palermo. La Scientifica eseguirà oggi nuovi accertamenti non ripetibili su materiale biologico prelevato dal cadavere di Viviana e altri esami Dna.

Verranno eseguite analisi su tracce rinvenute sull'Opel Corsa della donna, per individuare eventuali tracce biologiche che potrebbero attestare che Gioele si è fatto male nell'incidente. Al lavoro anche lo psichiatra Massimo Picozzi.

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