New York. Più che Joe Biden, la vera sfidante di Donald Trump nel duello a distanza in diretta tv è sembrata la conduttrice Savannah Guthrie. Il presidente americano e il rivale democratico hanno incrociato i guantoni allo stesso orario ma su due canali diversi - il primo su Nbc da Miami, il secondo su Abc da Philadelphia - con la formula del town hall, ossia rispondendo alle domande del pubblico. Per diversi osservatori Biden ha vinto ai punti, con un atteggiamento calmo e studiato, più a suo agio senza l'avversario che lo incalzava, mentre il tycoon che è parso meno aggressivo del solito. La campagna di Trump, tuttavia, ha immediatamente fatto notare il trattamento decisamente differente dei due moderatori nei confronti dei candidati: «Anche se la commissione ha cancellato il dibattito che avrebbe dovuto esserci stasera, il Comandante in Capo ha sonoramente battuto Savannah Guthrie nel suo ruolo» di rappresentante di Biden. «Su Abc la scena era completamente diversa, con domande a Joe per non metterlo in difficoltà - ha proseguito la campagna - Gli americani vedono che il presidente in 47 mesi ha fatto di più che Biden in 47 anni di politica». Nel corso della serata, The Donald ha ribadito i suoi dubbi sulle mascherine, ma è parso in difficoltà alla richiesta della conduttrice su quando è stato negativo l'ultima volta al test per il coronavirus. «Non ricordo... forse il giorno prima... Comunque io sono il presidente, devo vedere la gente, non posso restare chiuso in un seminterrato», ha risposto in riferimento all'avversario che nei mesi della pandemia era praticamente scomparso.
A suscitare nuove critiche, invece, è stato il suo rifiuto di condannare esplicitamente il suprematismo bianco e il movimento cospirazionista QAnon: «Non li conosco, non so niente di loro», ha affermato, nonostante Guthrie gli ricordasse come spesso abbia rilanciato su Twitter le loro teorie del complotto: «Lei è il presidente, non uno zio pazzo qualunque che può ritwittare qualsiasi cosa». La moderatrice ha poi incalzato Trump sull'argomento tasse: «I numeri usciti sono sbagliati, e comunque il fisco mi ha trattato molto male», è stata la sua replica. Biden, da parte sua, ha ribadito gli attacchi all'inquilino della Casa Bianca sulla cattiva gestione della pandemia, ma è risultato vago evitando di prendere posizione sull'allargamento della Corte Suprema. All'ex numero due di Barack Obama, invece, non è stato chiesto nulla in merito alle presunte e-mail del figlio Hunter pubblicate dal New York Post. «Sleepy Joe ha dato un pessimo spettacolo nonostante George Stephanopoulos non gli abbia fatto domande sul suo essere un politico corrotto - ha commentato il tycoon all'indomani - I Big Tech e gli squallidi media stanno lavorando duramente per nascondere questa corruzione».
A fare chiarezza potrebbero essere le autorità federali, che secondo l'Nbc indagheranno per verificare se i messaggi sono legati ad un'operazione di intelligence straniera.
Ma non c'è pace neppure per Trump, con il Washington Post che ha riportato come gli 007 Usa lo scorso anno misero in guardia Pennsylvania Avenue sul fatto che Rudy Giuliani, il suo legale personale, fosse nel mirino dell'intelligence russa che voleva influenzarlo per alimentare disinformazione in vista del voto. Ricordando che dietro alle e-mail pubblicate dal Post c'è proprio l'ex sindaco di New York.
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