Violentata e strangolata con una fune. Il cadavere trovato sul ciglio dell'autostrada. È una storia violenta che rischia di avere anche ripercussioni sul piano internazionale quella che ha come protagonista-vittima Rebecca Dykes, diplomatica britannica che lavorava all'ambasciata del Regno Unito a Beirut. Il cadavere della donna è stato trovato sul lato di una autostrada. La famiglia, devastata dalla notizia, ha chiesto il rispetto della privacy.
La giovane era stata in un bar nel quartiere di Gemmayzeh, nel centro di Beirut, e se n'era andata attorno alla mezzanotte. Secondo fonti della sicurezza interna, che hanno ascoltato gli ultimi testimoni a vedere la diplomatica nei momenti che hanno preceduto la sua morte, Rebecca si trovava con un'amica in un locale nel cuore della movida notturna, dal quale poi è stata vista andarsene sempre in sua compagnia. Ma omicidi del genere, riferisce la polizia, sono molto rari in Libano per l'alto livello di sicurezza nel Paese.
Rebecca Dykes, 30 anni, aveva lavorato anche a Hong Kong come volontaria per i diritti umani e nel 2009 aveva svolto uno stage in Bahrain. Una formazione alla Scuola Internazionale Cinese, poi gli studi in Antropologia all'Università di Manchester, quindi la laurea in Relazioni e Affari Internazionali all'Università di Londra. «Siamo devastati dalla perdita della nostra amata Rebecca - ha fatto sapere la famiglia in un comunicato - Stiamo facendo il possibile per capire cosa è successo.
«La nostra prima impressione è che il movente di questo omicidio non sia politico» fa sapere un funzionario libanese che ha preferisce restare anonimo. Ma bisognerà aspettare per sapere quale verità si nasconde dietro al barbaro omicidio.
La polizia ha precisato che sul corpo sarà effettuata una seconda autopsia, per confermare la causa del decesso. Intanto l'ambasciata britannica ha confermato la morte di Dykes, precisando che collabora con le autorità locali alle indagini.
Il Libano ha vissuto negli ultimi mesi un difficile momento politico. Il primo ministro Saad Hariri aveva inaspettatamente annunciato le dimissioni dall'Arabia Saudita, sostenendo di temere per la sua vita e accusando Hezbollah (alleato con l'Iran e principale nemico regionale dei sauditi) di intromissioni nella politica del Paese. In realtà il 4 novembre è tornato nel Paese.
Le dimissioni di Hariri avevano provocato confusione e incertezza in Libano,
che ha una lunga storia di intromissioni e ingerenze di altri stati nei propri affari interni. C'erano state diverse manifestazioni di sostegno ad Hariri, per esempio, e molte critiche al comportamento dell'Arabia Saudita.
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