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"Giovanna è vittima di una gogna mediatica"

Suor Anna Monia Alfieri ha lavorato con lei: "Un animo gentile, sempre attenta agli ultimi"

"Giovanna è vittima di una gogna mediatica"

«Se vuoi arrivare nell'ufficio di Giovanna Boda segui i disegni dei bambini». È il ritratto dipinto da chi Giovanna Boda la conosce bene, ci lavora insieme. Suor Anna Monia Alfieri, esperta di politiche scolastiche, è la voce più accreditata nel panorama italiano sulla scuola e dal 2014 conosce Boda, il capo del dipartimento per le Risorse umane, finanziarie e strumentali del ministero dell'Istruzione che finita nel mezzo di un'inchiesta, ha tentato di suicidarsi, lanciandosi dal secondo piano di un palazzo. «Abbiamo lavorato assieme su vari progetti - racconta al Giornale - L'ho vista fino a lunedì scorso e per me è stato un fulmine a ciel sereno. Una persona limpida, integerrima, una grande umiltà, gran lavoratrice. La ricordo spesso che non riusciva a mangiare e beveva una semplice tisana, amante del suo lavoro, macinava ore in ufficio. I nostri discorsi erano la povertà educativa, come combattere il divario tra il Nord e il Sud, una persona estremamente intelligente, gentile, che è stata sempre riconfermata perché riusciva a incarnare la trasversalità di chi succedeva al governo. E ne sono passati tanti». Ma soprattutto come la ricorda Suor Anna Monia, una persona attenta ai bambini, vicina ai bisogni degli altri, attenta alle loro esigenze, ai sogni, ai progetti, capace di farsi carico delle debolezze e delle fragilità degli animi altrui. Una persona che ricorda il caro vecchio ritratto delle maestre di un tempo, quelle che ti prendevano per mano e ti guidavano. «Durante le inaugurazioni degli anni scolastici - ci racconta Suor Anna Monia - conosceva questi ragazzi, questi bambini, lei andava proprio nelle scuole, viene dal mondo della scuola». Una persona che la scuola l'ha vissuta, da studente, una laurea in Psicologia, ricercatrice, fino a ricoprirne cariche al ministero. Si parla di scuola e c'è sempre più bisogno di persone che per riformarla la scuola, per amministrarla, per governarla la scuola l'abbiamo vissuta veramente. Era stata lei in piena pandemia a occuparsi della consegna di tablet e pc. E infatti la solidarietà arriva da ogni dove dal mondo della scuola. «Nel suo ufficio era ore e ore sepolta - racconta - Per lei, prima di tutti, venivano i bambini, i più poveri, i più fragili. Le stavano a cuore le scuole dei poveri e per i poveri, unica alternativa alla mafia. Mafia che ha contrastato con una parola di educatrice, una parola forte, nonostante il suo fisico esile. Ha meritato il Premio Borsellino per due volte, nel 2016 e nel 2018. Nel suo studio le immagini sono quelle di Borsellino e Madre Teresa di Calcutta. Mi diceva spesso Anna Monia, siamo matite nelle mani di Dio». Matite che a volte fanno male e possono rovinare. «La giustizia deve fare il suo corso ma che senso ha sbattere il nome in prima pagina. In Italia dobbiamo fare un po' di ordine, perché non siamo giudici, perché le parole pesano, sono importanti, perché nei nostri ragazzi si è sedimentata l'idea che in Italia se sei indagato, sei finito a causa della gogna mediatica. Ma una persona è innocente fino a prova contraria. In queste ore bisogna farle sentire la nostra solidarietà per una persona che si è sempre spesa per gli altri, per valorizzarli, lavorava dietro le quinte. Io credo che lei abbia scritto con la matita questa nuova parola: attenzione, la gogna mediatica affossa e a volte uccide, abbiamo il dovere di essere garantisti. Ricordo le nostre chiacchierate sui grandi ideali della libertà di scelta educativa, del pluralismo e lo faceva con testa e cuore. Un animo gentile». Come quei disegni di quei bambini appesi alle pareti, che Giovanna Boda ha valorizzato, appendendoli, dando loro delle cornici, affidando loro un posto nel mondo, per lasciarne il segno.

«Se vuoi andare nel suo studio segui i disegni dei bimbi, loro ti condurranno».

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