
Il cantiere della manovra è aperto su più fronti, anche se fino alla pubblicazione dei conti economici nazionali Istat di lunedì non sarà definito il quadro macroeconomico. Il dibattito politico, pertanto, resterà un esercizio di stile fino a quel momento. L'unica certezza è che la bussola resterà quel rigore nei conti che ha portato alle promozioni delle agenzie di rating (S&P e probabilmente Fitch) nonché al plauso dei mercati internazionali. Lo spread tra Btp e Bund decennali ieri è sceso a quota 81. E questa fiducia va preservata.
Il governo, comunque, ascolta le istanze di tutti e sta valutando un nuovo intervento sulle detrazioni fiscali, come confermato dal viceministro dell'Economia Maurizio Leo, che ha parlato di "una rivalutazione" o "una rivisitazione in funzione del nucleo familiare". Nessuna indicazione precisa è arrivata per ora, ma l'idea di fondo sembra essere quella di legare i benefici fiscali non solo al reddito, ma anche alla composizione del nucleo e soprattutto al numero di figli. Un'ipotesi che ricalca in parte quanto introdotto con la scorsa legge di Bilancio, quando per i redditi superiori a 75mila euro è stata prevista una progressiva riduzione del tetto massimo delle spese detraibili, modulata sul numero dei figli a carico e sulla presenza di figli con disabilità. Una sorta di quoziente familiare all'italiana, che per ora ha interessato solo i redditi più alti.
Sul tavolo c'è anche la proposta, sostenuta da Lega e Noi Moderati, di eliminare la prima casa dal calcolo dell'Isee. Matteo Salvini ha definito la revisione dei "criteri dei bonus pubblici" una "priorità" e ha chiesto un contributo alle banche, ricordando che "l'anno scorso hanno guadagnato 46,5 miliardi di euro".
Accanto al cantiere sulle detrazioni, è in arrivo il taglio di due punti della seconda aliquota Irpef, che dovrebbe scendere dal 35 al 33%. L'ampliamento dello scaglione da 50mila a 60mila euro è un altro obiettivo. Sul fronte delle agevolazioni edilizie, si ragiona su una proroga della detrazione del 50% per la ristrutturazione della prima casa e del 36% per la seconda, destinate a scendere nel 2026 rispettivamente al 36 e al 30 per cento.
Dal mondo politico arriva anche la voce di Forza Italia, che insiste sulla crescita come chiave di volta. "I salari devono essere aumentati, e stiamo facendo il possibile per sostenerli", ha detto Maurizio Casasco, responsabile economico del partito. "Abbiamo reso strutturale il taglio del cuneo fiscale, pari a 12 miliardi l'anno, e proposto la detassazione della tredicesima e l'innalzamento del salario minimo netto. Ma, lo ripeto, la vera chiave è e rimane la crescita". Dal fronte delle imprese arriva invece la richiesta di un piano industriale di lungo respiro. "Per noi uno dei problemi più importanti è quello della produttività", ha avvertito il presidente di Confindustria Emanuele Orsini, chiedendo "un piano a tre anni, dove al centro si mettono gli investimenti" e una revisione degli incentivi a ricerca e sviluppo.
Infine, sul fronte europeo, il ministro Giancarlo Giorgetti, intervenendo all'Eurogruppo, ha espresso "apprezzamento per l'impegno e il lavoro svolto a livello europeo per una procedura chiara e trasparente per la definizione dei limiti di detenzione dell'euro digitale".
Per il titolare di Via XX Settembre, l'obiettivo è che "il modello di compensazione dei costi di gestione sia più basso rispetto alle tradizionali carte di pagamento", tutelando così consumatori e mercato. "L'euro digitale ha aggiunto deve garantire autonomia strategica e resilienza del nostro sistema finanziario, uno strumento a difesa della nostra sovranità".