Interni

Fra Giuseppi indossa il saio per smarcarsi dalla Schlein

Non a caso Conte non si è fatto vedere ai cortei delle famiglie arcobaleno

Fra Giuseppi indossa il saio per smarcarsi dalla Schlein

«Perfino Il Fatto Quotidiano a volte scrive stupidaggini, molto meglio Avvenire!», si esalta un deputato del M5s fumando una sigaretta nel cortile di Montecitorio. Ma non è soltanto una questione di giornali più o meno vicini a Giuseppe Conte. Con Elly Schlein lanciatissima a sinistra sui diritti civili, l'ex avvocato del popolo italiano sta riscoprendo la sua vocazione cattolica. Se Elly fa la radicale allora Giuseppi punta al centro. Il nuovo orizzonte è quello che il leader stellato chiama con i suoi «il cattolicesimo democratico». Un milieu dove trovano spazio l'accoglienza ai migranti e il pacifismo. La Cei e Papa Francesco.

«Aderirà alla Chiesa dell'Altrove di Beppe Grillo?», domandavano a Conte una settimana fa i cronisti alla Camera. «Non mi iscrivo, sono cattolico», la risposta. Altri indizi: le due assenze del giurista pugliese alle altrettante manifestazioni delle famiglie arcobaleno a Milano, il 18 marzo, e a Roma domenica scorsa. È stata notata, in particolare, la scelta di non partecipare al corteo milanese, dove invece ha troneggiato Schlein. In entrambe le occasioni Conte ha spedito la sua vice capogruppo al Senato Alessandra Maiorino, ma ovviamente non è la stessa cosa. Un atteggiamento che fa il paio con i silenzi e i dubbi del capo del M5s sulla maternità surrogata. Interrogativi simili a quelli che si pone l'ala cattolica del Pd, trascurata dal radicalismo della segretaria.

Ai piani alti di Via di Campo Marzio, sede nazionale dei Cinque Stelle, non è passata inosservata nemmeno la recentissima nota della Conferenza Episcopale italiana sulla lotta all'astensionismo. Quasi una chiamata alle armi per l'impegno dei cattolici, con tanto di invito da parte dei vescovi italiani: «Serve una formazione politica». «Non serve, c'è già Conte», l'osservazione di molti pentastellati che contano. D'altronde le posizioni del presidente «progressista» della Cei, cardinale Matteo Zuppi, spesso convergono con quelle di Conte. Soprattutto sulla guerra in Ucraina. E infatti anche Avvenire è in prima linea sul no alle armi a Kiev. Proprio sul tema del pacifismo si registra l'ultimo affondo in Aula di Conte - mercoledì - con tanto di accuse al governo «schienato» sulla Nato. E negli ultimi giorni si sta riproponendo l'indiscrezione di una candidatura del direttore di Avvenire Marco Tarquinio alle europee con il M5s.

Lo smarcamento dalla sinistra è suggerito a Conte pure dallo spin doctor Rocco Casalino, che non è mai stato convinto della strategia ultra-progressista. In effetti l'ex premier potrebbe trovarsi più a suo agio nei panni del neo democristiano sinistrorso che in quelli dell'agitatore guevarista. «La mia formazione è di sinistra nel cattolicesimo democratico», disse nel 2019 l'allora premier alla festa di Articolo 1. L'avvocato si è formato a Villa Nazareth, collegio universitario romano considerato il vivaio del cattolicesimo democratico.

Tutto torna, anzi ritorna utile.

Commenti