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Giuseppi mette in riga Di Maio: "Le correnti vietate dallo statuto"

Ma tra i grillini cresce il fronte di chi cerca la pace. Le fibrillazioni nei Cinque stelle preoccupano il Pd

Giuseppi mette in riga Di Maio: "Le correnti vietate dallo statuto"

I capigruppo di Camera e Senato, una quota crescente di parlamentari, Beppe Grillo. Mentre cresce giorno dopo giorno il fronte trasversale dei pontieri al lavoro per una pace che possa salvaguardare l'unità del M5s, Giuseppe Conte rilancia. Il leader, uscendo dall'incontro con Mario Draghi a Palazzo Chigi, si mostra nervoso ai cronisti che gli chiedono conto della situazione interna al Movimento. «Sono qui a parlare delle urgenze dei cittadini e non per discutere di correnti che sono vietate dallo statuto», attacca stizzito dopo il faccia a faccia con il premier. Dopo l'incontro con Draghi, Conte va a pranzo con il segretario del Pd Enrico Letta. Un appuntamento fissato da tempo, definito «pranzo di routine» da fonti vicine al segretario e al presidente del M5s. E però sullo sfondo aleggia sempre il caos nel M5s. Con il duello Conte-Di Maio che preoccupa il Nazareno e rischia di minare la stabilità del governo e la tenuta dei giallorossi, anche in vista delle comunali di primavera. Proprio il richiamo del leader grillino al nuovo statuto insolentisce gli ambasciatori di pace. Il riferimento dell'avvocato di Volturara è l'articolo 18 lettera b, comma 4 dello statuto approvato dagli iscritti il 3 agosto. In questo passaggio del documento che regola la vita interna del M5s è stabilito che possono incorrere in sanzioni disciplinari gli iscritti che promuovono, organizzano o partecipano a «cordate, correnti, gruppi riservati di iscritti». Conte pensa all'immagine di Luigi Di Maio che una settimana fa, dopo la rielezione di Sergio Mattarella, chiede un «chiarimento interno al M5s» parlando circondato dai suoi fedelissimi. L'articolo dello Statuto che proibisce la creazione di correnti potrebbe essere l'appiglio per un'istanza al Collegio dei probiviri, con l'obiettivo di avviare un procedimento disciplinare nei confronti di Di Maio. Ma sempre dopo un confronto aperto con gli iscritti. Un «processo» con Conte che arringa e gli iscritti che votano a maggioranza. Tempi e modi sono da definire, ma nei prossimi giorni il leader convocherà un'assemblea di cui si sanno pochi dettagli perfino in ambienti contiani. Resta aperta anche la strada, più morbida, della votazione online di un documento in cui Conte rivendica la sua correttezza durante le trattative per il Quirinale. Un plebiscito attraverso cui il capo politico spera di ottenere le dimissioni spontanee di Di Maio dal Comitato di Garanzia, esito escluso dagli uomini vicini al ministro.

Intanto a brevissimo dovrà essere convocata un'assemblea degli iscritti per far votare le modifiche allo Statuto necessarie per l'iscrizione nel registro dei partiti politici per accedere al 2x1000. E qui potrebbe innescarsi un altro cortocircuito. Infatti non è escluso che la commissione di Garanzia per gli Statuti abbia chiesto al M5s di ammorbidire proprio la parte dello Statuto in cui si vieta la creazione di correnti, giudicata da molti esperti in contrasto con le prescrizioni di democrazia interna richieste per iscriversi nel registro dei partiti riconosciuti per legge.

In quel caso, il no al correntismo diventerebbe un'arma spuntata per Conte.

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