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Conte ora usa la Segre per difendere il suo governo-disastro

L'ex presidente del Consiglio ricorda anche la sua esperienza di governo al fianco di Renzi: "Non sono mai stato sereno"

Conte ora usa la Segre per difendere il suo governo-disastro

Intervistato nel corso della trasmissione televisiva 'Di Martedì', il Giuseppi nazionale ha toccato numerosi temi, a partire dal perché della scelta di appoggiare Draghi fino ad arrivare al ricordo delle sensazioni provate nel condividere un'esperienza di governo al fianco di Renzi: "Mai stato sereno", ha commentato laconicamente l'ex premier, citando proprio una celebre frase del leader di Italia Viva. Frase presumibilmente ancora in grado di agitare il sonno del segretario dem Enrico Letta.

"Non rispondere all'appello di un governo di unità nazionale sarebbe stato volgere le spalle agli italiani. Mi sono subito predisposto per far partire questo governo", dichiara Giuseppe Conte ricordando la caduta del secondo esecutivo da lui presieduto, ovvero quello giallorosso. Vero è, tuttavia, che senza gli sgambetti di Renzi, probabilmente, non ci sarebbe stato lo scossone definitivo. Non si sarebbe potuti arrivare, invece, ad un Giuseppi III?"La ragione della serenità con cui mi avete visto uscire da Palazzo Chigi è stata questa: ho sempre pensato che un Conte ter, per il quale abbiamo lavorato, poteva realizzarsi a condizione solo di una forte e solida investitura", spiega ancora. "Andare in Parlamento a fare promesse che poi non si potevano mantenere non aveva molto senso. È per questo che a quel punto si cambia schema".

Ma come ha fatto a fidarsi di Matteo Renzi? "Ah guardi io non sono mai stato sereno", spiega Conte con una citazione dotta. "Per un motivo: un premier in piena pandemia non può essere sereno. Se poi lui ha avuto sin dall'inizio un'agenda personale partita diversa da quella che era il sostegno al governo, fatti suoi". L'ex premier attacca quindi Italia Viva e difende il gruppo di coloro che erano stati affettuosamente definiti 'responsabili':"Se una forza politica per due mesi, con il due per cento, vuole fare cadere il tuo governo e tu hai grande responsabilità davanti agli italiani, cosa fai? Forse vai in Parlamento e chiedi se qualcuno ritiene che in questa situazione, non potendo andare a votare, si deve andare avanti". Giuseppi difende a spada tratta i 'responsabili', tra i quali anche Liliana Segre. "La sera prima della fiducia", ricorda l'ex premier,"mi ha detto, in sostanza, vengo per votare l'appoggio al suo governo perchè credo sia una follia farlo cadere. Non c'era solo Ciampolillo ma i giornalisti hanno parlato solo di Ciampolillo".

Sulla sua investitura da nuovo leader dei grillini, l'avvocato del popolo frena gli entusiasmi, parlando di una trafila da seguire prima di arrivare ad un risultato che, tuttavia, pare decisamente scontato. "Non sono stato affatto incoronato, passerò dall'assemblea degli iscritti. Avranno tutti la possibilità di votare online, di esprimere consenso o dissenso rispetto a una candidatura che verrà presentata", dichiara l'ex presidente del Consiglio, che ammette comunque di essere già al lavoro coi gruppi parlamentari del Movimento:"Coi gruppi 5 Stelle ho ottimi rapporti sia al Senato che alla Camera", precisa Giuseppi.

"Guidare una nuova forza politica, rinnovarla, rifondarla è una sfida complessa ma ho molto entusiasmo e vedrete che quella che voi descrivete come una forza politica spaccata non è così. Rimarrete sorpresi", preannuncia Conte. "Il M5S è cambiato e cambierà ancora di più, lo troverete completamente rinnovato e rifondato", dice ancora Giuseppi. "I principi e i valori non cambiano, sarà ancora più intransigente di prima sui principi. C'è tantissimo entusiasmo e stanno arrivando tantissime aspettative di persone interessate a questo cambiamento del Movimento 5 Stelle".

E per quanto riguarda, invece, lo spinosissimo tema del doppio mandato? Proprio quello che ha creato il primo fuggi fuggi dal partito, insomma.

"Dopo lo Statuto lavoreremo alla riformulazione dei vari regolamenti e affronteremo questo tema", chiosa l'ex premier.

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