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Giuseppi stringe i tempi. E spera nell'aiuto del Colle

​Il presidente del Consiglio Giuseppe Conte gioca sui tempi per neutralizzare i piani di Matteo Renzi. Più che una partita di scacchi, tra il premier e il leader Iv è iniziata una corsa a ostacoli contro il tempo

Giuseppi stringe i tempi. E spera nell'aiuto del Colle

Il presidente del Consiglio Giuseppe Conte gioca sui tempi per neutralizzare i piani di Matteo Renzi. Più che una partita di scacchi, tra il premier e il leader Iv è iniziata una corsa a ostacoli contro il tempo.

Renzi accelera e spinge Conte nell'angolo: dopo il via libera alla manovra, Italia Viva è pronta a mettere agli atti lo stallo sul Recovery fund come casus belli per aprire ufficialmente la crisi di governo.

Ieri l'offensiva del senatore di Scandicci è entrata nella fase decisiva con la conferenza stampa al Senato: l'ex rottamatore ha presentato le contro-osservazioni al piano del premier sul Recovery.

«Conte è davanti un bivio», dice il leader di Iv. Bocciando senza giri di parole il Recovery plan italiano: «Raffazzonato e privo di anima». Ribadendo il muro sul capitolo dei servizi segreti: «Noi non vogliamo che si facciano scherzi su intelligence e Servizi segreti e chiediamo al presidente del Consiglio che affidi la delega a una persona terza. Noi non torniamo indietro su questo».

Da Palazzo Chigi sono pronte le contromosse: il premier vuole incastrare (e incassare) l'accordo in maggioranza sul Recovery plan italiano prima del voto di fiducia sulla manovra, ora all'esame del Senato. «Più si corre, meno Renzi avrà spazio e tempo per i suoi giochetti di Palazzo», filtra dallo staff di Conte. Tutto si gioca nelle prossime 48 ore. Domani 30 dicembre a Palazzo Madama è fissato il voto di fiducia sulla legge di bilancio. Passaggio fondamentale per scongiurare l'esercizio provvisorio. Nella stessa giornata, Conte punta a portare a casa l'ok del governo sul Recovery plan. Missione non semplice: lo scontro con Iv e una parte del Pd non è archiviato. Anzi, con Renzi la tensione è risalita alle stelle. Inoltre restano sul tavolo altri dossier senza soluzione: riapertura delle scuole, obbligo vaccinale e proroga delle chiusure di palestre e centri estetici. Il rischio che il governo si stia avvitando è concreto.

Dal Pd, al netto della difesa in pubblico, crescono i dubbi sull'effettiva tenuta di Conte e della maggioranza nel 2021. L'obiettivo del capo dell'esecutivo è di fissare il Cdm nel tardo pomeriggio di mercoledì 30 dicembre per l'approvazione - in via preliminare - del piano. Dopo l'ok in Cdm, il testo del Recovery plan, come più volte annunciato dallo stesso Conte, andrà in Parlamento per il parere vincolante e sarà condiviso con le parti sociali.

La missione è quella di avere un testo condiviso e definitivo per fine gennaio-inizio febbraio. Così da inviarlo alla Commissione europea e far partire l'iter approvativo, che potrà durare fino a tre mesi, necessario per lo sblocco della prima tranche di risorse del Recovery fund. Ma con il via libera in Consiglio dei ministri Conte punterebbe a chiudere lo scontro con Italia Viva che fa ballare la maggioranza. Dal fronte renziano la strategia è un'altra: ok alla manovra e apertura della crisi per i ritardi sul Recovery. Tutto già studiato e pianificato. Tanto che nei corridoi di Montecitorio si dà già per finita l'esperienza del Conte due. Nella stessa giornata di mercoledì è fissata la conferenza stampa di fine anno del premier: l'avvocato del popolo vuole presentarsi all'incontro con i giornalisti con le spalle al sicuro. Senza il timore che sia il saluto d'addio.

Ma i riflettori di Palazzo Chigi sono puntati anche sulla giornata del 31 dicembre quando gli italiani ascolteranno il discorso di fine anno del Presidente della Repubblica Sergio Mattarella. L'avvocato del popolo confida in un «aiutino» dal Colle per restare a Palazzo Chigi.

Magari con un Conte ter.

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