L a coperta è corta. Sempre più corta. Non tutti gli impegni fiscali possono essere differiti o cancellati. Il premier Giuseppe Conte gela le speranze di quanti volevano un aiuto anche in termini di alleggerimento del peso fiscale. Il presidente del Consiglio si dichiara pessimista sulla possibilità di cancellare gli acconti del 2021. «Abbiamo fatto uno scostamento di bilancio di 20 miliardi - dice Conte - Siamo andati in deficit proprio per sostenere le misure per fronteggiare il Covid, ma differire tutti i flussi di cassa significa anche compromettere i flussi in uscita». E per rendere ancor più raggelante la sentenza, annuncia che l'Iva per il momento non si tocca: «Portarla al 4% comporta un ammanco di svariati miliardi. Così secca mi pare improbabile».
Il centrodestra boccia senza esitazione la prudenza del premier. Non bastano i cosiddetti «ristori», spiegano con una voce i rappresentanti di Lega, Forza Italia e Fratelli d'Italia. Serve un intervento ampio che alleggerisca anche la pressione fiscale in un momento in cui tante partite Iva rischiano di soccombere al peso di questo forzato lockdown.
La proposta di Forza Italia era stata in tal senso precisa e motivata, quando aveva chiesto un «anno bianco». Un anno senza peso fiscale per imprese, esercenti e partite Iva colpite dal lockdown. In tal senso era stato redatto anche un disegno di legge. Che il governo, lamenta la senatrice azzurra Licia Ronzulli, si è ben guardato da tenere in considerazione. «C'è chi ha chiuso a marzo senza più riaprire - lamenta la parlamentare di Forza Italia - La maggioranza non può ragionare come se tutti gli italiani stessero sul divano ad attendere l'assegno del reddito di cittadinanza. Il Paese reale è un altro e al momento è fermo, il governo si ravveda e ci ascolti, serve subito uno stop al pagamento delle tasse».
Il deputato leghista Paolo Grimoldi ricorda che quando a febbraio furono istituite le prime zone rosse il governo stabilì per quei territori la sospensione degli adempimenti e i pagamenti dei tributi e delle ritenute fiscali per cittadini e imprese («Per la semplice ragione che chi non può fare il suo lavoro non può pagare le tasse»). E ora vorrebbe quel metodo applicato a tutte le regioni «rosse».
D'altronde anche i soldi che il governo intende mettere sul piatto per il dl Ristori sono di gran lunga insufficienti. «Noi di Forza Italia - spiega il portavoce dei parlamentari azzurri, Giorgio Mulè - abbiamo ascoltato oltre 150 rappresentanti di tutte le categorie dei settori colpiti maggiormente dalle chiusure: la somma per sostenere economicamente queste attività si aggira tra i 15 e i 20 miliardi. Basta con la propaganda e con misure una tantum, serve liquidità immediata (senza passare dall'Inps possibilmente) e progettazione per i mesi a venire».
Lo stesso Silvio Berlusconi si è detto perplesso riguardo la miopia del governo sul modo di affrontare gli aspetti economici e fiscali di questa emergenza nazionale. Con i suoi il Cavaliere si è lamentato della incapacità del governo di trovare metodo e modo per dialogare con l'opposizione in merito alle misure più urgenti in materia economica. «Perché non trovare un luogo e un'occasione per confrontare le proposte e discuterle? - si è sfogato con i suoi il leader azzurro - Per arrivare a una decisione condivisa il luogo ci sarebbe già: è il Parlamento. E l'occasione è la sessione di bilancio». Berlusconi continua a non capire l'inerzia del governo nel modo di affrontare l'emergenza sanitaria.
Occorrerebbe adeguare le strutture sanitarie, costruire reparti Covid e terapie intensive - ribadisce Berlusconi con i suoi più stretti collaboratori - Servirebbe predisporre mezzi e strutture adeguate per il tracciamento e per formare adeguatamente il personale. Continuo a non capire come si possa rifiutare di utilizzare i fondi del Mes che proprio per questo obiettivo sono stati predisposti».
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