Scripta manent

Gonfia, oscura e sintetizzata. Cosa dice la firma della Serracchiani

L'analisi grafologica della vicepresidente Pd rivela una personalità atta alla comunicazione. Ma con grande voglia di realizzazione personale

Gonfia, oscura e sintetizzata. Cosa dice la firma della Serracchiani

Dalla scrittura e dalla firma di Debora Serracchiani emerge una personalità atta alla comunicazione dove investe il meglio di sé poiché sa tenere sempre bene in mano il bandolo della matassa e quindi sostenere, anche con verbosità, grinta e competenza, le proprie convinzioni. Per questo può esprimersi con moti di aggressività verbale, evidenziati dalla firma così grande, accennata, aggrovigliata e poco chiara.

Essa mette in luce una problematica caratteriale che la Serracchiani vive dentro di sé: la grande voglia di realizzazione personale che viene evidenziata dallo scorrere della grafia e dalla piacevolezza delle lettere che, esulando dal modello scolastico, finiscono per assumere un’impronta del tutto personale, espressione di un ricco corredo cognitivo.

Un’altra problematica che emerge dalla firma gonfia, oscura e sintetizzata sia nel nome che nel cognome è quella della foga di realizzazione; quindi, del voler a tutti i costi emergere, trovando in questo modo la soluzione ad una paternità sociale che ha spinto e spinge tuttora la Serracchiani a cavalcare, anche con aggressività verbale, sentieri ardui e difficoltosi per ottenere un posto di privilegio.

Dotata di buona energia vitale, da una ferrea volontà, dal desiderio di compensazione verso un passato poco gratificante, la “gazzella” Deborah tenta di mettercela tutta, per riuscire ad emergere dall’anonimato, nonostante le difficoltà che dovesse incontrare nella relazione con il proprio mondo politico (vedi margine destro carente). D’altro canto, dalla grafia emergono ottime qualità intellettive, quindi in politica ella ha trovato e trova soluzioni gratificanti per un Io sociale che desidera non stare alla finestra, ma fare un salto di qualità che sia appagante e a servizio della crescita di sé.

La soggettività, che emerge dalla sua scrittura (vedi prolungamenti orizzontali a fine parola), può renderla un po’ altezzosa e a volte anche “dogmatica”, facendole perdere in elasticità mentale e in sicurezza personale.

In tal caso ella potrebbe dare spazio a punte di emotività o di presunzione che sa però controllare con tatto e abilità discussive (vedi spazio equo tra una parola e l’altra).

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