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Il governo boccia il piano Sala: "Via i profughi dall'area Expo"

Esecutivo costretto alla retromarcia dopo le polemiche sui clandestini a Rho. Il centrodestra esulta: "Siamo riusciti a bloccare un'operazione devastante"

Il governo boccia il piano Sala: "Via i profughi dall'area Expo"

Dietrofront del governo dopo cinque giorni di polemiche (del centrodestra). L'ex ministro Ncd Maurizio Lupi ieri ha battuto tutti sul tempo annunciando via Twitter che a partire da oggi i profughi lasceranno il Campo Base di Expo. «Ho parlato con il ministro dell'Interno Angelino Alfano, gli immigrati che sono nell'area Expo saranno trasferiti». Si tratta della cittadella realizzata a 500 metri dal sito prima per ospitare gli operai, poi i militari a guardia dei padiglioni nei sei mesi del grande evento e da lunedì scorso i richiedenti asilo (o clandestini in attesa di essere rimpatriati, è stato il sospetto sollevato dalla Regione dopo un sopralluogo). Al momento erano cento ma le casette prefabbricate potevano ospitarne fino a 500 al giorno. Ma «saranno redistribuiti - ha scritto Lupi - abbiamo dato una pronta risposta alla polemica sollevata in questi giorni intorno all'area Expo, è definitamente chiarito che non ospiterà immigrati». E la conferma arriva ne subito anche dalla prefettura.Ci vorrà qualche giorno per liberare completamente l'area, il tempo di individuare le strutture di accoglienza alternative, ma chi - a partire dalla Regione - aveva sollevato preoccupazioni per gli eventi collegati al post-Expo in partenza dal primo maggio, ha avuto una risposta. È una batosta (politica) per chi l'idea di trasformare il campo base in un centro profughi l'aveva addirittura suggerita all'ex prefetto Francesco Paolo Tronca mesi fa, come l'assessore al Welfare del Comune Pierfrancesco Majorino che punta ad essere il capolista del Pd alle prossime Comunali. Buona fortuna. E l'ex commissario Expo Giuseppe Sala non solo l'aveva avvallata ma in questi giorni da candidato sindaco del Pd ha difeso la scelta e definito come «tutte balle» le critiche del centrodestra. Lo sfidante del centrodestra Stefano Parisi invece l'aveva giudicata subito «una scelta sbagliata», spiegando che le istituzioni a vari livelli hanno «infrastrutturato e investito su un'area con l'idea che divenisse un polo di eccellenza e una grande opportunità di sviluppo per Milano. Così andiamo nella direzione opposta». E ieri giustamente ha definito «un'ottima notizia» il dietrofront da Roma. «Perseverare nella direzione intrapresa - ha commentato - sarebbe stato un grave errore per Milano. Il centrodestra ha dato il suggerimento giusto, ed è stato recepito. Speriamo ora che i progetti post-Expo procedano spediti e con un coinvolgimento complessivo delle eccellenze milanesi». Anche la coordinatrice regionale di Forza Italia Maria Stella Gelmini, capolista del partito alle elezioni milanesi, definisce il trasferimento dei profughi «una scelta doverosa, per una volta ha prevalso il buonsenso». E la deputata Fi Daniela Santanchè sottolinea: «Siamo riusciti a far cambiare idea al governo e a bloccare un messaggio che sarebbe stato devastante. Con tutti i problemi che abbiamo, soprattutto dal punto di vista della sicurezza, ci mancava solo questa». La Regione, per voce dell'assessore al Post Expo Francesca Brianza, si augura che quella del governo «non sia solo una promessa. E chiediamo che non solo gli immigrati siano trasferiti da Expo, ma che la Lombardia non ne debba più accogliere perché abbiamo già dato».La sinistra sotto il Duomo è in imbarazzo. In una campagna elettorale dominata dal tema sicurezza si trova accerchiata: dalle proteste sul bando per assegnare aree pubbliche alle comunità islamiche per costruire moschee all'accoglienza (eccessiva) dei migranti. «Non mi piace una gara ad appuntarsi medaglie al merito su situazioni come queste - commenta Beppe Sala sul dietrofront -. Il prefetto aveva detto che si trattava di una sistemazione temporanea; così è stato». Peccato che sul «contratto» siglato giorni fa con la «società Expo in liquidazione» l'uso del campo base arrivava «fino a tutto il 30 giugno».

Almeno.

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