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Il governo contro l'"assurdità" Ue sull'assegno unico

Fazzolari: "Dovremmo darlo a chi ha figli all'estero. Combatteremo". Sangalli: "Più integrazione politica"

Il governo contro l'"assurdità" Ue sull'assegno unico

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Confcommercio spalanca le proprie porte, convoca il Consiglio generale, formato da circa 70 presidenti in rappresentanza delle oltre 650mila imprese associate, e per due giorni incontra i leader dei principali partiti. L'obiettivo è quello di ascoltare i programmi e le idee di chi si candida. Nell'arco di due giorni il presidente Carlo Sangalli (tondo basso) dialoga con Carlo Calenda, Emma Bonino, Francesco Boccia, Antonio Tajani, Giuseppe Conte, Raffaella Paita, Maurizio Lupi e Claudio Borghi. «L'Ue acceleri il processo di integrazione politica e completi al più presto l'unione bancaria» dice il presidente. E si ritaglia uno spazio con Giovanbattista Fazzolari (tondo alto) il sottosegretario alla Presidenza del Consiglio, l'uomo ombra di Giorgia Meloni a cui viene attribuito il ruolo di regista aggiunto dell'esecutivo. E Fazzolari attacca l'Ue per la procedura d'infrazione sull'assegno unico: «Abbiamo adesso una procedura di infrazione aperta sull'assegno unico, perché la Commissione europea ci dice che l'assegno unico per chi lavora in Italia è discriminante nei confronti dei lavoratori europei ma non solo». E ancora: «Quindi noi dovremmo riconoscerlo anche per i figli non residenti in Italia... Combatteremo anche contro questa assurdità che ci viene imposta».

L'accoglienza è calda, Fazzolari sente di giocare in casa e per dimostrare l'affinità con i programmi dei commercianti rivela di avere effettuato un piccolo test che va a suffragare questa tesi. «Giorgia Meloni dice sempre che FdI è il partito che sostiene la forza lavoro e la ricchezza in Italia. Voi siete quelli che questa ricchezza la create. Ho sottoposto il vostro e il nostro programma a Chat Gpt, un giudice magari grezzo ma obiettivo e ho chiesto di confrontarli. Il responso è questo: I due documenti convergono su numerosi punti chiave, sia pure con approcci differenti». Fazzolari guarda alla «visione di insieme» che il governo Meloni ha messo in campo e che si sposa con il manifesto di Confcommercio per le Europee. Un ragionare per «interessi vasti» che ha portato ad alcune scelte potenzialmente rischiose in termini di consenso. Quali? La decisione di non rinnovare il taglio delle accise sul carburante ad esempio. Oppure la revoca del reddito di cittadinanza, con «gli italiani che hanno capito che non si può equiparare chi è in grado di lavorare a chi è in grado di farlo». E ancora il grande buco nero del Superbonus che «ci costerà 219 miliardi, molto più del Pnrr. Il tutto per efficientare il 4% del patrimonio immobiliare andando a beneficiare soprattutto le fasce di reddito elevate. La più grande redistribuzione di reddito verso l'alto della storia d'Italia».

L'obiettivo di FdI alle Europee «è confermare i voti delle politiche. Certificherebbe che la fiducia degli italiani non è stata un fuoco di paglia ma un voto consapevole, un legame che dura dopo un anno e mezzo di governo, e per di più in un contesto tra i più difficili possibili».

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