Governo, economia, riforme Forza Italia non fa sconti

Lo stato maggiore del partito riunito al forum dei giovani "Everest" discute di identità e responsabilità verso il Paese. A Renzi: restiamo opposizione

Governo, economia, riforme Forza Italia non fa sconti

Un tendone pieno di ragazzi provenienti da tutta Italia, affacciato su un mare pugliese non esattamente in modalità estiva. Un titolo che rispetto alla location è quasi un ossimoro, «Everest», scelto per evocare una difficile scalata verso la buona politica. E poi lo stato maggiore di Forza Italia, disposto a mettersi in gioco e confrontarsi con il movimento giovanile e con una platea tutt'altro che morbida e prezzolata visto che tutti i presenti hanno messo mano al portafoglio per essere presenti e battere un colpo.

Il motore è quello di Forza Italia Giovani, sotto la regia di Annagrazia Calabria con la collaborazione di giovani come Domenico Damascelli, Maria Tripodi, Vittorio Guastamacchia e Andrea Volpi, ma anche della rete territoriale di Maurizio Gasparri. L'obiettivo è quello di dialogare con la base e spiegare come declinare la «responsabilità» senza annacquare la propria identità. Un tema che ovviamente accende dubbi e perplessità in una platea naturalmente portata a chiedere una opposizione dura e pura e poco disposta a «morire renziana».

È Giovanni Toti a farsi carico di questi dubbi, senza sottrarsi a un confronto vero. «Il Patto del Nazareno non è altro che un dialogo civile tra maggioranza e opposizione. Ma sulla politica economica noi siamo opposizione, pur senza essere grillini. Non saltiamo sulle sedie, siamo per una democrazia seria e matura. Ma non siamo disposti a fare sconti». L'esempio concreto è dettato dall'attualità. «Nel momento in cui chiedi il blocco degli aumenti e poi annunci che assumerai 150mila persone, è segnale di grande confusione. Ciò che è grave è che si blocchino gli stipendi delle forze dell'ordine. E poi mi chiedo: Cottarelli lavora ancora, è ancora con noi o è stato rapito?». Una domanda a cui Antonio Tajani ne aggiunge un'altra. «Qualcuno ricorda la scommessa tra Renzi e Vespa? Renzi disse: tutti i debiti dello Stato verso le imprese verranno pagati entro il 21 settembre. Temo che vincerà Vespa». E Daniele Capezzone ricorda che per Renzi «è in arrivo l'inverno della verità perché tra lo storytelling e la supercazzola la distanza è sottile».

Il filo d'Arianna dell'identità conduce poi a un altro tema molto sentito: quello della domanda di partecipazione. Un quesito di cui si fa carico il coordinatore dei Club, Marcello Fiori. «Oggi è la solidarietà lo strumento per riavvicinare la politica alla gente. Anche per questo Berlusconi ci invita a non chiamarci più club ma comunità, un termine che dà l'idea di essere tutti insieme allo stesso livello dentro la vita pubblica». E proprio sul ruolo del leader l'invito rivolto dai dirigenti azzurri è quello di esaltarne prestigio ed esperienza internazionale in un momento così difficile. «Pratica di Mare sembra lontana» ricorda Annagrazia Calabria «ma nel 2002 grazie alla sua mediazione politica Bush e Putin stipularono un patto contro il terrorismo. Oggi se l'Europa è debole è anche perché non c'è un premier come Berlusconi. E lo stesso caso dei marò avviene perché l'Italia è debole politicamente». Infine un doppio memento, firmato da Anna Maria Bernini e Gianfranco Rotondi.

La prima ricorda che «la riforma Biagi è stata la migliore mai fatta ed è stata smantellata», il secondo fa notare come «durante i governi Berlusconi si è incassato di più in tasse nonostante fossero più basse». Una nota di orgoglio accompagnata da un ultimo «post-it» da fissare nella memoria dei ragazzi: «Ricordatevi che noi siamo da sempre dalla parte giusta della storia».

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