Ancora un annuncio. L'ennesimo. Ieri è toccato al ministro dello Sviluppo economico Stefano Patuanelli andare in tv (ad Agorà) con la promessa (sulla carta) di dare soldi alle imprese strozzate dalla crisi. Lunedì il decreto aprile comincerà l'iter parlamentare. L'ideona (anticipata in tv dal ministro) è un indennizzo a fondo per le piccole e medie imprese secondo un modello già adottato da Francia e Germania: provvedimento già adottato da tutti gli Stati colpiti dall'emergenza.
Patuanelli fa il figo e si presenta in tv preparato, forte di cifre e calcoli: «La platea è di circa 4 milioni di imprese. E per un indennizzo intorno ai 10mila euro si parlerebbe di 40 miliardi di liquidità a fondo perduto. Stiamo pensando al modello adottato da Francia e Germania. In Francia - spiega - l'indennizzo è fra i 1.500 e i 2.500 euro. In Germania è di 9mila euro per imprese sotto i 9 dipendenti e 14mila per imprese sotto i 25 dipendenti». «Le cifre - precisa - non potranno distanziarsi molto da Francia e Germania» e poiché la platea di imprese in Italia è di «4 milioni di piccole e piccolissime», se l'indennizzo sarà intorno a una media di 10mila euro si arriva a 40 miliardi, se l'indennizzo sarà intorno a mille euro, più vicino a livello francese, si parlerebbe di 4 miliardi. L'indennizzo dovrà essere relativo alla perdita effettiva di valore aggiunto, ovvero al valore di produzione effettiva. Ci concentreremo sui più piccoli, pensiamo a una distribuzione orizzontale, cioè non solo aziende colpite direttamente da Covid19 ma anche le imprese colpite indirettamente».
Il secondo annuncio è un'ammissione sui ritardi che stanno accompagnando le procedure per i prestiti alle imprese contenuti nel decreto di marzo: «Abbiamo messo il sistema bancario nelle condizioni di poter erogare la liquidità tra lunedì e martedì. Già oggi la banca potrà ricevere la presentazione della domanda da parte delle imprese per l'erogazione del prestito garantito dallo Stato a un tasso agevolato». Al netto di annunci e promesse, il sistema di aiuti messo in piedi dal governo Conte mostra falle. Lacune ben evidenziate da Mariastella Gelmini, capogruppo di Fi alla Camera: «Anche per il problema liquidità da Palazzo Chigi troppi errori. Noi rischiamo che da qui ad un mese molte imprese che non hanno ricevuto un euro dal governo abbiano già chiuso». In questo momento gli imprenditori vanno in banca, si vedono aperta una pratica, ma poi scattano i giudizi sulla solvibilità e sul merito di credito, e i soldi non arrivano: questo è un problema serio». Di trucco normativo - parla Gigi Casciello, deputato azzurro: «Per ottenere un prestito di 25mila euro devi avere un fatturato minimo di 100mila euro».
Mentre la leader di Fdi Giorgia Meloni oggi incontrerà i presidenti di alcune tra le principali associazioni e confederazioni nazionali di industria, agricoltura, artigianato, commercio e servizi per ascoltare le reali esigenze del mondo produttivo e migliorare il decreto imprese.
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