Giuseppe Conte, in realtà un conte - dal punto di vista araldico - non lo è. Ma, a ben vedere, è più facile accostarlo a un monarca: una sorta di Re Mida al rovescio. Distrugge tutto quello che tocca. Quello dell'avvocato di Volturara Appula, precipitato direttamente dal suo studio legale a palazzo Chigi, è un racconto eccezionale. Una biografia non solo sua, ma di un intero Paese o - lo speriamo - di un passaggio, di una fase della nostra nazione.
Nel 2018, in una tiepida serata milanese di fine maggio, Giuseppe Conte viene scelto come premier su chiamata diretta - meccanismo da non confondersi con la celeberrima e fantomatica democrazia diretta - da Davide Casaleggio (imprenditore), Luigi Di Maio (?) e Beppe Grillo (comico). Senza essere passato dalle urne, senza essere stato eletto da nessuno. Nemmeno in consiglio comunale. Se faccia parte di quello del suo condominio non ci è dato saperlo. Certo, starà già obiettando qualche osservatore causidico, tutto ciò è previsto dalla Costituzione. Verissimo, ma non significa che sia cosa buona e giusta e, soprattutto, che debba piacerci.
Conte stacca il biglietto vincente della lotteria - o più probabilmente gli piove in testa - e da quel giorno non ne imbrocca più una. Da leguleio si trasforma in sfasciacarozze e la prima carrozza che distrugge è proprio quella sulla quale viaggia: il Movimento 5 Stelle.
Nel 2018 i proprietari della baracca gli consegnano un giocattolino che, tra miracoli, vendette populiste, stupidaggini e promesse (purtroppo rispettate) di una pioggia di assistenzialismo, raccoglie più del 32 per cento dei voti. Una enormità.
Poco meno di un anno dopo, alle Europee del 2019, il Movimento si è praticamente dimezzato. In mezzo la storia che tutti conosciamo: prima il governo con la Lega di Matteo Salvini e poi l'accrocchio con il Partito Democratico, la gestione scandalosa della pandemia, gli interminabili discorsi alla nazione e infine la resa e il passaggio di mano con Mario Draghi. Fin qui siamo davanti a un normale curriculum di flop politici. Non c'è molto da stupirsi: se metti nella stanza dei bottoni uno che di politica non capisce nulla succedono sfracelli. Ma è negli ultimi due mesi che Conte ha collezionato una serie notevolissima, e a tratti inspiegabile, di disastri. Innanzitutto il clamoroso flop alle elezioni amministrative che racconta di un Movimento 5 Stelle allo sbando, che ha smarrito il rapporto con i cittadini senza avere guadagnato confidenza con le istituzioni, ha deluso la base senza aver sedotto l'elettorato più moderato. Una disfatta totale, con il peggior risultato di sempre, che ha iniziato a divaricare sempre più quella frattura all'interno del Movimento che poi diverrà una scissione. Dopo lo choc delle urne, la palla di neve diventa una valanga e la sua popolarità - che un tempo era un suo vanto, più della pochette - precipita vertiginosamente. Non pago di aver dissolto il partito con la catastrofe elettorale, Conte all'improvviso fa cadere il governo Draghi, come posseduto da una furia distruttrice il cui unico fine è lasciare solo macerie. Così facendo, indirettamente, fa scappare anche Luigi Di Maio che - ironia della sorte - è proprio uno di quelli che aveva contribuito alla sua «assunzione» e alla sua ascesa a palazzo Chigi, ma è anche uno dei pochi che, nel corso degli anni trascorsi all'interno del palazzo, aveva creato un profilo politico e istituzionale autonomo.
Dopo aver sfasciato il partito che lo ha miracolato e fatto cadere il governo che aveva contribuito a creare (salvo poi scaricare la colpa sugli altri) Conte inizia a flirtare con il Pd di Enrico Letta. E, in fondo, sembrava a tutti la cosa più normale. L'avvocato pugliese è stato un elettore dei dem e il Movimento 5 Stelle ha assunto sempre più un'anima di sinistra. Così si delinea all'orizzonte l'idea di un campo largo, di un abbraccio fatale tra i Democratici e i pentastellati.
Era tutto pronto per il matrimonio con Letta - da celebrarsi con rito scrupolosamente civile - e alla fine, tanto per cambiare, ha fatto marcia indietro e ha sfasciato tutto. Per l'ennesima volta. Attenzione, spoiler in arrivo: per vedere la prossima puntata dello «sfasciacarrozze» Conte basta aspettare il 25 settembre. L'ultimo atto.
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