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"Il governo si è chiuso a riccio ma Forza Italia crede nel dialogo"

L'azzurro è stato nominato consigliere politico di Berlusconi "Siamo come in guerra. Basta con le liti, serve l'impegno di tutti"

"Il governo si è chiuso a riccio ma Forza Italia crede nel dialogo"

Il presidente Berlusconi ha nominato il senatore Renato Schifani suo consigliere politico. «L'indiscusso impegno pluriennale nel partito, la grande autorevolezza dimostrata negli anni in cui ha rivestito il ruolo di capogruppo e la carica di Presidente del Senato - si legge in una nota diffusa dal partito -, uniti a una rara capacità di mediazione, hanno consolidato la stima e la fiducia del partito e dello stesso presidente Berlusconi nei suoi confronti».

Contento della nomina?

«Senza dubbio. Lavorerò nel massimo riserbo. Tornare fattivamente al fianco del presidente Berluconi è una gioia e un onore perché lui rappresenta una pagina importante della storia del nostro Paese. Grazie a lui ho potuto rappresentare la seconda carica dello Stato sforzandomi di portare al Paese la vicinanza delle istituzioni ai cittadini».

Quale è stato il massimo insegnamento che le ha trasmesso Berlusconi?

«La sua capacità di ascolto. Nel mio lavoro di capogruppo e poi di presidente del Senato ho capito quanto sia importante l'ascolto. Non bisogna mai fermarsi e irrigidirsi su posizioni di parte. È corretto ascoltare tutti con pari attenzione».

Che periodo si apre dal punto di vista politico?

«L'Italia è come se fosse precipitata in uno stato di guerra. La pandemia costituisce un evento estremamente doloroso e complicato sia per le istituzioni che per la società tutta. È evidente che questa seconda ondata è ancor più complicata perché in alcuni territori ci sono fasce sociali (e generazionali, penso ai giovani soprattutto) che si dimostrano insofferenti alle restrizioni. Quindi è di fronte a momenti come questi che è essenziale dare il meglio di se stessi da parte di tutte le forze politiche e aprirsi al confronto costruttivo. E la futura manovra che aumenterà il debito a carico delle prossime generazioni disegnerà una nuova Italia. Ecco perché tutti i partiti sono chiamati a dare il loro contributo senza preclusioni di schieramento».

Quale ruolo può avere Berlusconi nell'indirizzare e condizionare il dibattito?

«Berlusconi è sempre centrale e mai come adesso porta con sé due valori: l'esperienza di aver vissuto in prima persona il Covid e la testimonianza di cosa significhi superare un virus così pesante. Inoltre la maggioranza deve tenere in conto la nostra opinione mentre è in discussione la legge di Bilancio. Anche perché fino a oggi il governo ci ha ignorato sui decreti Covid, fatti votare con la fiducia da una sola Camera e poi recepiti senza discussione dall'altra in un monocameralismo di fatto».

A proposito di monocameralismo, lei è stato tra i firmatari per il referendum confermativo. Cosa le è restato di quella battaglia sul taglio dei parlamentari?

«Il taglio dei parlamentari è uno spot politico che non ha risolto i problemi strutturali della seconda parte della Costituzione. Il taglio dei parlamentari era presente anche nella nostra Riforma costituzionale ma almeno lì era inserito in una modifica più ampia e strutturale. Qui invece non si fa nulla per modificare il processo legislativo e la forma di governo. Per non dire della scarsa rappresentanza di alcuni territori».

Cosa ne pensa delle suggestioni di un governissimo?

«L'unità del centrodestra è un valore irrinunciabile. È stata proprio Forza Italia a fondarlo il centrodestra.

Sono comunque gli elettori a decidere i governi». PFB

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