Il governo si salva per l'assenza di 12 senatori Fi Il giallo sulla votazione «meccanica» della Rossi

RomaDodici apostoli azzurri salvano Renzi. Palazzo Madama, mercoledì pomeriggio: in Aula si vota un emendamento a firma D'Alì-Gibiino che è un po' la bandiera di Forza Italia. Si tratta di abolire l'Imu sui terreni agricoli, vera e propria patrimoniale difesa coi denti da governo e Pd. In Senato si battaglia: favorevoli alla cancellazione della tassa sugli agricoltori tutte le opposizioni: Forza Italia, Lega, Gal, Movimento 5 Stelle e Sel. Contro: il Pd, i centristi e, nonostante Alfano si presenti come la sentinella antitasse, pure l'Ncd. Si vota e Renzi si salva per il rotto della cuffia: l'emendamento viene respinto per 129 voti contro 120 di favorevoli. Un'inezia. Colpisce che, guardando i tabulati, sia stata proprio Forza Italia a dare una mano al governo. Dodici gli assenti azzurri che, se fossero stati in Aula, avrebbero messo sotto il governo. Tra questi, anche nomi noti: Sandro Bondi e la compagna Manuela Repetti, Maurizio Gasparri (che guida invece la classifica degli stakanovisti del voto, ndr ), Denis Verdini, Niccolò Ghedini, Altero Matteoli, Riccardo Conti, Francesco Aracri, Stefano Bertacco, Domenico De Siano, Enzo Fasano e Pietro Iurlaro. Il quotidiano Libero punzecchia proprio Bondi e consorte additandoli come «guide» dei dodici assenti. Querela in vista: «Ciò è vergognosamente falso e mette chiaramente in luce l'intenzione, ancora una volta, di screditare e infangare gratuitamente l'immagine dei senatori Bondi e Repetti», dicono in coro in una nota. Il senatore D'Alì, ovvio, c'è rimasto male; sia nel merito del suo emendamento: «Proponevo di togliere l'Imu agricola avendo pure trovato i 350 milioni di copertura del mancato gettito. Si poteva aumentare il canone demaniale dei pozzi petroliferi. Sa quanto pagano? 2 euro e mezzo per 100 ettari di mare o fondale marino»; sia dal punto di vista politico: «Qualche attenzione in più e il governo andava sotto».

L'altra frittata capita più tardi. Il senatore della Lega, Stefano Candiani, chiede la verifica del numero legale. A norma di regolamento devono esserci almeno dodici senatori a farne richiesta. Richiesta accettata. Si vota e, oplà, l'esito è 148: in pratica il governo si salva per un solo voto. Una presenza in meno e l'Imu agricola sarebbe stata rimandata. Il bello è che quel voto determinante era di Mariarosaria Rossi che, peraltro, non c'era. Com'è possibile? La senatrice è inciampata nella «pallina».

In pratica i senatori, quando si vota a ripetizione, per non tenere il dito nella fessura mettono una pallina di carta sul «sì» o sul «no» ed evitano di stancare il polpastrello. La pallina della Rossi è rimasta lì; e Renzi s'è salvato.

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