Governo, la sinistra anti-grillina ora tace per non turbare la trattativa

Da Cottarelli a Boeri, passando per il capo dei Metalmeccanici della Cisl, Bentivogli: ora i critici del movimento di Grillo si autocensurano per non minare le trattative per il governo tra Dem e pentastellati

Governo, la sinistra anti-grillina ora tace per non turbare la trattativa

L’ipotesi di un accordo tra il Pd e il Movimento 5 Stelle scuote gli animi dei pentastellati. Sui social la base è in rivolta e invoca le consultazioni su Rousseau, che questa volta però, tardano ad arrivare. Per ora si tratta a porte chiuse, con buona pace delle dirette streaming e dei “tecnici informatici” che, stando alle voci che circolano, sarebbero contrari alla nascita di un esecutivo giallorosso.

I mal di pancia, ad onor del vero, ci sono anche in casa Pd. Ma se i big grillini si lanciano in invettive a mezzo stampa e disertano i vertici con i Dem, dall’altro lato i critici del Movimento, come nota Francesco Borgonovo su La Verità, sono tutti allineati e coperti. Dagli avversari più convinti del partito di Grillo non una parola sull’inopportunità per il Pd di governare a braccetto con il partito populista del reddito di cittadinanza e dei No Vax.

A protestare è rimasto soltanto Carlo Calenda che ha parlato di “spettacolo indecoroso” accusando il partito di prendere “schiaffi da giorni da Di Maio e soci”. “C’è un democratico rimasto che si ribelli ai diktat su Conte e a un negoziato che non ha toccato un tema vero (ILVA, Alitalia, Tap, Tav, RDC, Quota 100..)?”, si domanda l’ex ministro. Domanda retorica. La risposta sembra essere negativa. Forse perché, come trapela da fonti pentastellate, per ora si parla poco di programmi e molto di poltrone. Così, sono in molti in questi giorni ad autocensurarsi per non minare la trattativa che potrebbe portare ancora una volta il Pd al governo senza passare per le elezioni.

Carlo Cottarelli, l’economista che era stato indicato dal Colle per guidare un esecutivo di tecnici, da sempre critico sull’operato del governo Conte, sul suo profilo Twitter sceglie un basso profilo e lungi dal far la morale al Pd si limita a cinguettare sul tema dell’illuminazione pubblica, affidando il suo commento sulla crisi politica alle parole del cantante Francesco Gabbani: “E a questa nostra nuova religione, un giorno proveremo a dargli un nome, a questo immenso campo a luci spente, dove tutto è eterno e dura poco più di niente”. Niente di più.

Tace anche Roberto Burioni, il virologo social della crociata contro le bufale dei no vax pentastellati. Pure l’ex presidente dell’Inps, Tito Boeri, che nei mesi scorsi si è scagliato ferocemente contro le politiche di Salvini e Di Maio, dal reddito a Quota 100, passando per il decreto sicurezza, ora fa la sviolinata ai grillini su Twitter e loda la proposta del taglio dei parlamentari. Anche il leader dei Metalmeccanici della Cisl, Marco Bentivogli, che fino a ieri tirava bordate a Di Maio e company definendo democrazia diretta e reddito di cittadinanza "due pilastri dell’illusione populista”, sui social preferisce occuparsi dei roghi nella foresta amazzonica.

Unico

riferimento a ciò che sta accadendo nei palazzi della politica, non a caso, è il retweet di una recente intervista del gesuita Antonio Spadaro, in cui il direttore della Civiltà Cattolica “benedice” l’inciucio tra Dem e grillini.

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