Elezioni politiche 2022

Il governo studia il nuovo dl bollette. Il piano di Cingolani. Riscaldamento giù e per meno tempo

Si attendono i dati sulle entrate di agosto per sbloccare 8-9 miliardi. Risparmi dai termosifoni abbassati di un grado e accesi un’ora in meno

Il governo studia il nuovo dl bollette. Il piano di Cingolani. Riscaldamento giù e per meno tempo

Il nuovo decreto con le misure di sostegno contro i rincari dei prezzi energetici arriverà secondo le previsioni la prossima settimana.

Il Consiglio dei ministri, però, ieri ha iniziato a esaminare le strategie per il contenimento dei consumi che costituiscono l'altra gamba della strategia anti-recessione. Temperatura dei termosifoni abbassata di un grado e un'ora in meno di riscaldamento al giorno sono le prime contromosse studiate dal ministro della Transizione ecologica, Roberto Cingolani.

Per quanto riguarda il nuovo dl, Palazzo Chigi e il Tesoro attendono i calcoli dell'andamento delle entrate di agosto e, in particolare, il gettito della tassa sugli extraprofitti. Secondo alcune stime, si potrebbero reperire ulteriori 8-9 miliardi di euro senza ricorrere allo scostamento di bilancio invocato da alcuni partiti tra cui la Lega. Sostanzialmente si seguirà lo stesso schema dei precedenti decreti: taglio dell'Iva sui gas ed elettricità, riduzione delle accise sui carburanti e credito di imposta per le imprese energivore e gasivore. Se gli incassi della tassa sugli utili extra delle aziende energetiche (Eni ha pagato 1,4 miliardi) lo consentiranno, si valuterà la proroga della cassa integrazione gratuita per le imprese che sospenderanno l'attività a causa del rialzo dei prezzi energetici. Al momento appare difficile che si possa intervenire con sussidi che aiutino le imprese a far fronte alle bollette monstre. Il ministro Cingolani, tuttavia, avrebbe confermato che arriveranno due pacchetti di prezzi calmierati per le imprese. Si farà leva sulla produzione interna di energia per aiutare chi in queste ore minaccia di chiudere i battenti. Non è previsto, al momento, alcun razionamento dei consumi industriali: su base volontaria si potrà attivare il servizio di interrompibilità nel caso in cui la situazione dovesse precipitare.

Cingolani, infatti, ha abbozzato un piano di risparmi i cui effetti sono stimati, a seconda dell'efficacia, tra i 3 e i 6 miliardi di metri cubi di gas con misure meno draconiane rispetto a quelle di altri Paesi europei. Non si spegneranno prima le vetrine, né tantomeno si ragiona sull'ipotesi di mandare i dipendenti pubblici in smart working. L'unica misura immediata, che arriverà con un decreto ministeriale è spegnere i termosifoni un'ora prima nelle abitazioni private e negli uffici pubblici, abbassandoli di un grado per portarli da 20 a 19. L'informativa del ministro Cingolani ha ipotizzato, inoltre, la possibilità di rimodulare questo escamotage in base alle aree geografiche. Nella prossima stagione invernale i termosifoni potrebbero essere accesi fino a due ore in meno e fino a due gradi in meno rispetto agli anni passati, soprattutto nelle regioni in cui il clima è più clemente.

Insomma, non sono previste accelerazioni, perché «la situazione non lo richiede», avrebbe chiarito il responsabile della Transizione ecologica. Prevista anche una campagna pubblicitaria istituzionale su tv e radio per sensibilizzare gli italiani sull'importanza del risparmio energetico, su quanto possa fare la differenza - in termini di metri cubi di gas risparmiato - non fare docce infinite, dimenticare la luce accesa o spegnere la tv anziché lasciarla in stand-by. Il ministro Cingolani ha inoltre escluso in maniera categorica l'ipotesi di un ricorso alla Dad, almeno il sabato, per ridurre i consumi degli edifici scolastici.

È ferma volontà del premier Draghi non penalizzare ulteriormente gli studenti, già provati dalla pandemia.

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