Coronavirus

Il governo studia il super green pass. C'è il nodo controlli: salta la limitazione sui mezzi pubblici

Il nodo dei controlli frena il super green pass. Salvare il Natale e dare la spinta decisiva alle vaccinazioni: con due obiettivi il governo sta mettendo a punto il decreto sulla certificazione verde rafforzata

Il governo studia il super green pass. C'è il nodo controlli: salta la limitazione sui mezzi pubblici

Il nodo dei controlli frena il super green pass. Salvare il Natale e dare la spinta decisiva alle vaccinazioni: con due obiettivi il governo sta mettendo a punto il decreto sulla certificazione verde rafforzata.

Domani il premier Mario Draghi incontrerà le Regioni, per ascoltare le proposte dei governatori. Poi sarà la volta della cabina di regia prima del Consiglio dei ministri che dovrà varare il provvedimento. La linea è chiara: predisporre un'ulteriore stretta per i No Vax. Ma c'è un ostacolo che sta diventando col passare delle ore insormontabile: i controlli. Il decreto punta a introdurre restrizioni per i non vaccinati: dai mezzi pubblici a bar e ristoranti. Mentre il tampone non sarà sufficiente per accedere ai locali pubblici, ma solo per recarsi sul luogo di lavoro. Ed avrà una validità ridotta a 24 ore. La durata della certificazione verde sarà abbassata a 9 mesi, passando dagli attuali 12. Il piano del governo per contenere la quarta ondata, che in Europa sta portando a nuovi lockdown, si scontra contro il muro delle verifiche. Terreno scivoloso su cui è complicato individuare, per una serie di ragioni di natura giuridica, una soluzione. L'ipotesi di limitare l'accesso sui mezzi pubblici, bus e metro (che finora erano stati esclusi), ai soli immunizzati pare sia stata già congelata. Una limitazione inapplicabile: ogni mattina milioni di italiani, immunizzati e No Vax, affollano tram, bus e metro. Chi è in grado di effettuare i controlli? Una missione impossibile. Se per la metro si può utilizzare il lettore ottico, nel caso del trasporto su gomma, bus e tram, le verifiche richiederebbero ore e ore.

Il personale del trasporto pubblico locale si tira indietro: «Al momento, senza personale ad hoc, non ci sono le condizioni per l'introduzione del green pass su bus e metro» spiegano i sindacati romani dei trasporti sull'ipotesi dell'allargamento del disco verde. «Pur considerando il green pass uno strumento di garanzia per tutti i cittadini, a oggi non ci sono le condizioni nè tecniche, nè organizzative per controllare il green pass sui mezzi pubblici - dice senza mezzi termini il segretario della Filt Cgil Roma e Lazio Eugenio Stanziale - I tempi del servizio pubblico verrebbero ampliati in maniera enorme, ma soprattutto mancano gli strumenti. Nell'immediato bisogna puntare su distanziamento e mascherine», aggiunge. Su una linea analoga il collega della Fit Cisl del Lazio, Marino Masucci: «All'inizio del lockdown avevamo proposto di introdurre dei facilitatori sui mezzi pubblici, personale ad hoc per controllare distanziamento e mascherine, ma la nostra idea è caduta nel vuoto. Se si pensa di incaricare gli autisti di controllare i green pass si è completamente fuori strada. Servirebbe assumere personale addetto». Una strada tutta in salita, insomma.

Al Giornale una fonte del governo conferma: «L'ipotesi di limitare l'accesso ai mezzi pubblici solo ai cittadini muniti di green non convince più». E anche il ministro dei Trasporti Enrico Giovannini avrebbe espresso parere negativo. Contrario anche il partito di Matteo Salvini. Perde quota, dunque, l'opzione di varare una stretta per i mezzi pubblici locali.

Secondo punto: i controlli in bar e ristoranti. Tra le limitazioni, allo studio dell'esecutivo, che potrebbero entrare nel prossimo decreto, la possibilità di accesso ai locali pubblici solo ai cittadini immunizzati. I controlli, in questo caso, pongono anche un problema sotto il profilo giuridico: il personale addetto alla ristorazione potrà essere legittimato al potere di controllo sul possesso del green pass? Dovrebbe essere individuato un addetto, il nome andrebbe comunicato alle autorità locali, a cui assegnare il compito di verificare il possesso della certificazione vaccinale. Uno schema che sbatte contro con le difficoltà quotidiane di selezionare gli ingressi ai soli possessori di green pass. Ma soprattutto c'è una ragione di natura economica: le imprese, già in ginocchio per la crisi, difficilmente rinunceranno a clienti pur se sprovvisti di certificazioni. Il sistema dei controlli ha già mostrato tutti i suoi limiti con i taxi. Un esempio: le nuove norme prevedono che sui sedili posteriori non si possono trasportare più di due passeggeri, se non componenti dello stesso nucleo familiare.

Ma chi deve controllare il legame familiare? Nessuno.

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