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Il Grande fratello della Cassazione: migliaia di sentenze e nomi in Rete

Pubblicate sul web oltre 159mila sentenze civili, con tanto di nomi, cognomi e dati sensibili

Il Grande fratello della Cassazione: migliaia di sentenze e nomi in Rete

Cinque anni di sentenze civili, per un totale di 159.398 documenti in formato pdf: è quello che la Corte di Cassazione ha pubblicato online, con tanto di nomi e cognomi, luoghi e dettagli precisi sulle vite delle persone coinvolte nelle vicende giudiziarie più disparate. Fino a poco fa l'accesso era riservato ad avvocati, giuristi e studiosi. Da ieri, invece, tutti potranno spulciare nelle sentenze della Suprema Corte, usufruendo di un servizio (gratis) aperto a tutti. La Cassazione, infatti, in nome della trasparenza e della certezza del diritto, ha deciso di togliere ogni blocco. Via libera, dunque, alla consultazione. L'indirizzo è questo: www.italgiure.giustizia.it.

Come riporta oggi il Corriere si possono trovare i casi più assurdi: dalla signora che denuncia il vicino perché è stata morsa dal suo cane, alla lite condominiale scoppiata per motivi più o meno futili e poi degenerata. Storie di vita quotidiana, piccoli e grandi drammi che rovinano e avvelenano la vita delle persone, finendo nelle aule dei tribunali, fino al massimo grado di giudizio. Una sterminata banca dati sulle "vite degli altri", parafrasando il celbre film che vinse l'Oscar qualche anno fa. Colpisce un altro dettaglio, annunciato con grande enfasi sul sito della Cassazione: la ricerca, come dicevamo, è libera, e si può fare utilizzando non solo concetti giuridici o nomi astratti (esempio: divorzio, lite condominiale, ecc.), ma anche attraverso i nomi esatti delle persone. Insomma, una sorta di Facebook dove invece degli stati d'animo, delle barzellette e delle foto sulle vacanze, possiamo trovare ogni minimo dettaglio sulle pendenze giudiziarie delle persone.

Secondo l'intento della Cassazione in questo modo si celebra il trionfo della trasparenza, ma secondo molti è come spiare dal buco della serratura delle persone. Un vero e proprio invito a farsi i fatti degli altri, scavando nella loro sfera più intima. Lunedì scorso il Garante della Privacy, Antonello Soro, ha scritto al presidente della Cassazione manifestandogli la propria preoccupazione "in ordine al diritto alla protezione dei dati personali (spesso anche sensibili e giudiziari) degli interessati". In pratica il Garante chiede di eliminare nomi, cognomi e ogni dettaglio che possa ricondurre all'identità delle persone coinvolte. E suggerisce di fare presto. Prima che sia troppo tardi.

Prima che i motori di ricerca inizino a pescare questi dati sensibili mettendo migliaia di persone nel tritacarne della Rete.

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